Sostenibilità

Ci sono anche Ilva ed Enipower tra i “grandi inquinatori” europei

Lo rivela il registro delle emissioni inqunanti dell'Unione Europea da poco pubblicato

di Ida Cappiello

Ilva ed Enipower sono i nomi più noti inclusi nella “lista nera” compilata dal registro Ue delle emissioni, messo a punto dalla commissione Europea con i dati raccolti da oltre 10mila impianti e fabbriche dei 15 “vecchi” stati membri, più Ungheria e Norvegia. Secondo quanto pubblicato dall’organo comunitario, le aziende italiane grandi inquinatrici sono:
– La “Discarica di rifiuti urbani e speciali non pericolosi” di
Baricella (Bologna) che produrrebbe il 21,9% del totale delle emissioni di
metano (CH4) nella Ue;
– Lo stabilimento di Taranto Ilva, che produrrebbe il
10,2% del totale delle emissioni di monossido di carbonio (CO);
– La “Radici Chimica” di Novara, sarebbe responsabile del 17,6% del
totale delle emissioni di protossido di azoto;
– La “Magnesium Products of Italy” (Verres) del 25,2% del totale di
fluoruro di zolfo;
– Lo stabilimento Syndial di Porto Torres del 14,3% del totale delle
emissioni di diossine;
– L’impianto di trattamento chimico-fisico-biologico del depuratore
di Lugo (Ravenna) che produce il 12% del totale delle emissioni di azoto;
– Il depuratore consortile di Olbia (Sassari) che produce il 10,1%
delle emissioni di fosforo;
– Lo stabilimento brindisino Enipower per il 13,7% del totale delle
emissioni di zinco;
– Il Centro ecologico di Ravenna per il 14,4% del totale delle
emissioni di dicloroetano
– Lo stabilimento di Porto Marghera per il 25,1% del totale di Hcbd;
– Industrie International (Valduggia) per il 25,9% dei composti
organostannici.
Gli stabilimenti responsabili della maggior parte delle emissioni in Europa sono poco più di 60. In pole
position troviamo la Francia, subito dopo arrivano l’Italia con 12 e la Spagna con 11.
Anche l’agricoltura intensiva fa la sua parte: 2.700 allevamenti europei di suini e pollame sono
i responsabili, da soli, del 76% delle emissioni atmosferiche di ammoniaca.

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