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Da ciò emerge l’idea che una maggiore equità nella distribuzione territoriale delle opportunità e una maggiore preoccupazione per una equilibrata distribuzione intergenerazionale delle risorse economiche, naturali ed ambientali non solo si realizzano attraverso interventi riparativi di welfare ma, essendo obiettivi fondamentali per lo sviluppo umano, richiedono un impegno diretto di tutta la cooperazione sociale, un investimento forte che deve comportare un riposizionamento non solo culturale ma anche imprenditoriale.
Per queste ragioni occorre definire una strategia di crescita della cooperazione sociale che tenga sì insieme l’obiettivo dell’integrazione con il sistema pubblico, ma che sappia anche porre attenzione alle distorsioni dei processi di produzione e di redistribuzione della ricchezza generati dalla globalizzazione dell’economia e dei mercati. Tanto basta a giustificare l’urgenza che le politiche pubbliche si attivino per favorire la crescita della cooperazione sociale – quindi innanzitutto il suo consolidamento economico e finanziario – in un’ottica che non punti semplicemente a garantire una più efficiente produzione di servizi di cura, ma anche a favorire lo sviluppo attraverso una promozione di attività più ampie per i territori e le comunità. La qualità dei servizi e dei beni prodotti dovrà sempre più accompagnarsi con la qualità e la creatività imprenditoriale e quella del lavoro, intesa come l’insieme di sufficiente retribuzione, riconoscimento di diritti, partecipazione alle scelte operative, valorizzazione delle spinte motivazionali e delle vocazioni territoriali.
Se da un lato le istituzioni devono tornare, quindi, ad investire più significativamente in questo settore, dall’altro le imprese sociali devono fare un cambio di marcia e mettersi in grado di recuperare margini di autonomia vera dalla pubblica amministrazione. Solo così si potrà incidere più direttamente sull’economia e sul mercato che, anche alla luce della crisi globale esplosa in questi mesi e dei fallimenti che ha prodotto, mostra di avere urgentemente bisogno di corpose iniezioni di civilizzazione.
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