Non profit

Chiusi i manicomi, chi accoglie i malati mentali?

Un caso esemplare del dramma di tante famiglie

di Redazione

Ho una sorella schizofrenica, a volte aggressiva di 50 anni ricoverata da mio padre 85enne in una casa di riposo, ?sistemata? nel reparto Alzheimer: un corridoio con tanti seggioloni dove siedono vecchietti. Anna, è diventata magrissima, sfigurata, avvilita. Frammiste al delirio, dice frasi lucide: ?portatemi una rivoltella; ho 50 anni non voglio stare con i vecchietti, non sono più nessuno per voi??. So che esistono associazioni e comunità private che accolgono schifofrenici dove vorrei trasferirla tramite i servizi sociali. Potete aiutarmi?
Maria Luisa S., Fano (Ps)(e mail)
Risponde Massimo Cozza

La situazione di sua sorella Anna rispecchia un problema più generale che negli ultimi anni, con un accelleramento del processo di chiusura dei manicomi, si sta aggravando: la istituzionalizzazione dei pazienti psichiatrici con i malati di natura organica (in particolare anziani non autosufficienti e disabili) in strutture con diversa denominazione (residenze sanitarie assistite, case di riposo, istituti di riabilitazione ecc.) ma che nella stragrande maggioranza dei casi non sono in grado di fornire risposte adeguate ai bisogni di persone con disturbi di natura psichica. Si tratta del riemergere di una vecchia concezione del malato di mente, come oggetto rotto, che non può essere aggiustato, che è ormai superata sulla base delle evidenze scientifiche ma che purtroppo continua ad albergare in società e in famiglia. Ovviamente in questo perseverare della logica manicomiale entrano in gioco anche rilevanti interessi economici e politici, sia generali che particolari, che rendono più ?conveniente? avere istituzioni con più malati insieme, comprese le persone con disturbi psichiatrici, e meno operatori qualificati dedicati all?assistenza socio-sanitaria. Vi è però da rilevare che negli ultimi anni abbiamo anche assistito ad un nuovo impulso verso la crescita di strutture residenziali psichiatriche, con più di 20 posti letto,che rappresentano la risposta giusta alle persone con gravi disturbi psichici che necessitano di periodi medio-lunghi di degenza. Le tipologie e gli standard di tali strutture sono previste nell?ambito del progetto obiettivo tutela della salute mentale. Pertanto, nel suo caso specifico, senz?altro ?cosa migliore? per Anna è la presa in carico da parte delle strutture dedicate alle persone con gravi disturbi psichiatrici. La invitiamo pertanto a rivolgersi ai servizi di salute mentale pubblici della sua zona dove senz?altro potranno indicarle servizi e strutture più adeguate. In caso di improbabile risposta negativa da parte dei servizi psichiatrici zonali si potrà rivolgere all?Assessorato alla Sanità della Regione Marche dove vi è un ufficio che si occupa dei servizi psichiatrici che saprà indicarle le strutture comunitarie esistenti nella regione.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.