Cultura

Chiudi il libro, ma il libro continua

Ha iniziato Naomi Klein: il suo No logo è oggi un sito in cui le tesi del volume diventano azione. Anche Lapierre, con Bophal, ha seguito la stessa filosofia

di Carlotta Jesi

Quante volte, leggendo un libro, avete desiderato che non finisse mai? Se la risposta è «tante volte», No logo è il titolo che fa per voi. Il bestseller di Naomi Klein contro la politica del branding, che solo in Italia ha venduto 100 mila copie in quattro mesi ed è stato tradotto in 16 lingue del mondo, infatti, continua su Internet. Titolo del sequel: www.nologo.org. Prezzo: zero lire. Autori: vari. Anzi, moltissimi: praticamente tutti i lettori del saggio contro la schiavitù del logo che hanno intasato di domande l?email della Klein praticamente costringendola a creare sul web il primo libro che non finisce mai. In tutti i sensi. Primo, perché sul sito l?attivista più famosa del momento continua a seguire lo sviluppo della globalizzazione con reportage sui summit di Genova, Doha e sugli interessi economici dietro alla guerra contro l?Afghanistan. Secondo, perché i lettori discutono le tesi di No logo online. Terzo, perché il web consente di trasformare le denunce della Klein in vere e proprie campagne di mobilitazione e coordinare le proteste contro le multinazionali e le istituzioni internazionali. L?ultima, in ordine di tempo, è stata quella contro l?incontro fra i vertici di Banca mondiale e Fmi tenutosi a Ottawa, Canada, dal 16 al 19 novembre. I lettori di nologo.org hanno lanciato un sondaggio per capire quali erano i veri scopi di questo incontro e se valeva la pena organizzare una controdimostrazione. Quindi, decise le strategie di mobilitazione, le hanno inviate via email a tutti gli attivisti del mondo che si sono abbonati al bollettino quotidiano di news sociali. Più che «il libro che è diventato parte di un movimento», come recitano le recensioni del bestseller della Klein pubblicato in Italia da Baldini e Castoldi, No logo è diventato insomma il diario di un movimento in continua evoluzione. Durante il G8 di Genova, molti attivisti hanno affidato alle sue pagine online, costruite con un software open source, dubbi e riflessioni sul futuro del popolo di Seattle. Dal summit di Doha, sono arrivate le cronache della società civile invitata ai lavori del Wto. Naomi Klein non è l?unica autrice a credere nel forte impatto sociale dei libri che continuano online. Cliccate, per credere, su www.cityofjoyaid.org, il sito dell?associazione non profit in favore dei bambini poveri dell?India fondata dallo scrittore francese Dominique Lapierre e sostenuta con la metà dei diritti d?autore dei suoi libri. Compreso Mezzanotte e cinque a Bhopal, (Mondadori, 35mila lire; 18,08 euro), il racconto scritto con Javier Moro sulla fuoriuscita di una nube tossica da una fabbrica americana che nel 1984 causò migliaia di vittime in India. Su Internet Lapierre pubblica descrizioni dettagliate dei progetti sociali finanziati in India con le donazioni dei suoi lettori.


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