Salute

Chirurgia e creme per curare le “farfalle”

Domenica 28 febbraio è la Giornata Mondiale delle malattie rare. Il Centro per l’Epidermolisi Bollosa della Fondazione Policlinico di Milano annuncia novità che migliorano la qualità di vita dei pazienti

di Carmen Morrone

L’Epidermolisi Bollosa è detta anche “Sindrome dei bambini farfalla” per via della fragilità della loro epidermide che rischia lesioni anche al più lieve tocco.

E' una malattia genetica rara e devastante che in Italia colpisce 1 bambino su 82mila nati e nel mondo 1 su 17 mila, per un totale di circa 500 mila malati. Si tratta di una Malattia Rara (MR), che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), costituiscono circa il 10% delle patologie umane (si stima che il 6-8% della popolazione europea, complessivamente 27-36 milioni di cittadini, sia affetto da una MR).

Il Centro per l’Epidermolisi Bollosa della Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, creato nel 2012, annuncia l’avvio dell’innovativo programma di chirurgia plastica della mano già realizzato con successo su 5 pazienti e l’introduzione, dopo anni di sperimentazioni, di nuove creme e gel piastrinici per il trattamento delle lesioni più resistenti nei pazienti affetti da EB.

«Siamo felici di poter annunciare queste importanti novità nell’ambito del trattamento e della cura delle malattie rare – sottolinea Susanna Esposito, Responsabile del Centro EB di Milano e Presidente Waidid, Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (www.waidid.org)in questi tre anni di attività abbiamo modificato il concetto di epidermolisi bollosa da malattia cutanea a malattia multisistemica. Attraverso nuovi approcci clinici abbiamo studiato i vari aspetti della malattia, non da ultimo quello nutrizionale, considerando che molti bambini affetti da EB, al momento 40 in cura presso la nostra struttura, presentano stadi di malnutrizione e osteoporosi importanti. Al momento stiamo studiando anche il ruolo che rivesta l’autoimmunità per capire se in alcuni pazienti può essere opportuna una terapia con farmaci biologici».

«I progetti di ricerca sia nazionali che internazionali avviati in soli tre anni – aggiunge Cinzia Pilo, Vicepresidente di Debra Italia Onlus e membro dell'Executive Committe di Debra International sono indicativi della passione e della competenza con cui i medici del Centro EB di Milano si dedicano ai nostri "bimbi farfalla". Siamo molto soddisfatti della proficua collaborazione instaurata con la nostra associazione Debra Italia Onlus e fiduciosi che procedendo di questo passo potremo vedere nuovi interessanti sviluppi della ricerca per migliorare la qualità e le aspettative di vita dei nostri ragazzi».

Il Centro EB di Milano è caratterizzato da un approccio assistenziale di tipo interdisciplinare: oltre ai pediatri e al dermatologo, vi sono la dietista, la fisioterapista, il chirurgo pediatra, il chirurgo plastico, l’ortopedico, l’odontoiatra, l’oculista, l’anestesista specializzato in terapia del dolore, un esperto in medicina rigenerativa e trapianto di cellule staminali, la psicologa e l’assistente sociale. Questo approccio consente non solo una completa assistenza, ma anche lo scambio di conoscenze tra specialisti, con conseguente arricchimento sia dell'assistenza che dell'approfondimento professionale per gli stessi medici.

Cos’è l’Epidermolisi Bollosa. Epidermolisi significa letteralmente rottura della pelle, ma anche delle mucose. Bollosa si riferisce invece alla tendenza a formare bolle, vesciche e scollamenti della cute e delle mucose, che si riempiono di siero, dovuti a traumi o frizioni anche minimi. Ciò significa che già alla nascita, in caso di parto naturale, il neonato presenta spesso grosse bolle ed estese lacerazioni della pelle, che guariranno solo dopo mesi di ricovero, con dolorose medicazioni quotidiane. La malattia comporta danni anche agli organi interni e agli arti (si arriva alla perdita dell’uso delle mani già in età prescolare e spesso della capacità di deambulare, senza contare le difficoltà legate alla nutrizione, che impone l’uso di specifici biberon che non prevedano una suzione troppo intensa, e alla manipolazione, che consente il sollevamento dalla culla solo con particolari precauzioni. Quando sospettare una sindrome complessa:in presenza di tratti particolari del volto; ritardo mentale; molformazioni maggiori e/o minori; alterazioni in difetto o in eccesso dell’accrescimento staturoponderale.

 

 

 

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