Volontariato
Children Forum: il diario di Sandra, delegata italiana di 17 anni
Ha conosciuto un ragazzo israeliano e uno palestinese. Le impressioni della giovane e combattiva volontaria Unicef
Si apre oggi a New York la Sessione Speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dedicata all’infanzia. La riunione, che dovrà fare il punto sulla sistuazione dei bambini e degli adolescenti nel mondo e individuare strategie concrete di aiuto e solidarietà all’infanzia in difficoltà, parte con l’importante “memorandum” lasciato dal Children’s Forum: l’assemblea di bambini e ragazzi di tutto il mondo che si è svolta dal 4 al 7 maggio sempre a New York.
In quei giorni, quasi 400 ragazzi di tutte le nazionalità si sono riuniti per elaborare proposte e lasciare agli adulti la loro testimonianza. Tra loro, anche due ragazzi italiani: Stephen Hogan e Sandra Milena Sega, entrambi diciassettenni, impegnati nel volontariato e interessati alla difesa dei diritti civili. I due ragazzi sono stati eletti nell’ambito di un seminario organizzato dal Coordinamento italiano PIPIDA (Per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza) al quale, nei mesi scorsi, hanno partecipato 40 ragazzi delle organizzazioni Agesci, Amnesty International, Arciragazzi, Associazione Noi ragazzi del Mondo, Legambiente, OVCI, Unicef-Italia.
“All’inizio dei lavori, il primo giorno, mi è dispiaciuto che ci dividessero per aree geografiche di appartenenza, perché ero ansiosa di confrontarmi con ragazzi di altri continenti – racconta Sandra, che vive a Roma, dove frequenta il liceo classico e fa la volontaria per Unicef-Italia – Subito, dopo, però abbiamo deciso di organizzarci in gruppi per aree tematiche: istruzione, salute, guerra, e così via”. Sandra ha scelto il tavolo di discussione della guerra. “Mi sembrava l’ambito di confronto più cruciale. E’ stata dura, per me, ascoltare i racconti di ragazzi della mia età che vivono in zone di conflitto. Sono testimonianze difficili da immaginare. Penso che il bambino in guerra sia davvero l’emblema della crudeltà dell’uomo: è un bambino che ha perso tutte le sue caratteristiche, la sua innocenza, la voglia di giocare e di sorprendersi”.
Tra i compagni di lavoro del gruppo di Sandra, anche due ragazzi provenienti dal conflitto mediorientale: Elad Shaffer, israeliano, e Reem Hasan, palestinese. “Avevo qualche sifficoltà a confrontarmi con Elad – spiega Sandra – Perché mi sono sempre sentita più vicina alla causa palestinese. In realtà, ho scoperto la sua enorme sensibilità. Mi ha raccontato di avere amici palestinesi e che il conflitto che li sovrasta li fa sentire nella stessa barca, al di là delle differenze culturali. Elad mi ha raccontato della sua vita quotidiana di terrore per gli attentati. Reem invece ha parlato della sua impossibilità di accedere a qualsiasi diritto, perché avendo i tank israeliani fuori di casa non può nemmeno andare a scuola. Loro sono davvero l’emblema di una gioventù che chiede agli adulti la pace. Mi auguro che questo appello venga ascoltato”.
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