Cultura

Chiesa: il Papa, tre sì e tre no per vincere la paura

Karol Wojtyla, agli ambasciatori del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede ricevuti stamane in udienza nella sala Regia del palazzo Apostolico in Vaticano

di Redazione

”Sono impressionato dal sentimento di paura che dimora sovente nel cuore dei nostri contemporanei”. Quasi una confidenza, quella di papa Karol Wojtyla, agli ambasciatori del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede ricevuti stamane in udienza nella sala Regia del palazzo Apostolico in Vaticano. Un’ammissione che esprime al meglio le preoccupazioni di Giovanni Paolo II per quelle che ha definito ”le legittime attese dei nostri contemporanei, troppo spesso, purtroppo, ostacolate dalle crisi politiche, dalla violenza armata, dai conflitti sociali, dalla poverta’ o dalle catastrofi naturali. Mai come in questo inizio di millennio – e’ stata la sua analisi – l’uomo ha percepito quanto il mondo da lui plasmato sia precario”. Un discorso molto atteso, quello del papa ai diplomatici di tutto il mondo che ha spaziato sui temi piu’ vari e che e’ stato contraddistinto da una doppia ‘trilogia’: il ”no” fermo ”alla guerra, alla morte e all’egoismo” ed il ”si” altrettanto netto ”alla vita, al rispetto del diritto e al dovere della solidarieta”’. Naturalmente a far da sfondo alle parole del pontefice, l’attuale difficile situazione mondiale con i venti di guerra in Iraq, il conflitto perenne in Terra Santa, il diminuire di peso politico delle istituzioni internazionali. Ad inizio di discorso, il papa ha subito voluto sintetizzare le sue preoccupazioni. ”Il terrorismo subdolo che puo’ colpire in qualsiasi istante; il problema non risolto del Medio Oriente, con la Terra Santa e l’Iraq; gli scossoni che scompigliano il Sud America, in particolare l’Argentina, la Colombia e il Venezuela; i conflitti che impediscono a numerosi paesi africani di dedicarsi al proprio sviluppo; le malattie che propagano il contagio e la morte; il problema grave della fame, in modo speciale in Africa; i comportamenti irresponsabili che contribuiscono all’impoverimento delle risorse del pianeta”. Questo il triste rosario sgranato da Giovanni Paolo II; tutti ”flagelli” che ”minacciano – ha detto senza mezzi termini – la sopravvivenza dell’umanita’, la serenita’ delle persone e la sicurezza delle societa”’. ”Ma tutto cio’ puo’ cambiare” e’ stato il suo messaggio positivo purche’ si metteno in campo le potenzialita’ positive dell’uomo e quelle ”dei responsabili politici chiamati a servire il bene comune”. Il papa, in questo senso, ha insistito particolarmente sul rispetto del diritto internazionale ”in grado di garantire la sicurezza e la liberta’ dei cittadini e delle nazioni”. ”Il mondo sarebbe totalmente diverso – si e’ quasi affidato ad una battuta – se si cominciasse, in maniera sincera, ad applicare gli accordi sottoscritti!”. Nuovo ‘no’ alla guerra nel discorso al Corpo diplomatico


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