Cultura

Chiesa: il Papa scrive il manifesto del Turismo sano ed equo

Nel testo per la Giornata mondiale del turismo esalta il viaggio come esperienza di umanit

di Paul Ricard

Il Papa condanna il turismo che danneggia l’ ambiente e porta al ”dissesto” per esclusivo vantaggio di ”interessi particolari”. Segnala i rischi insiti nel pur positivo ”ecoturismo”. Ma esalta il viaggio come esperienza che puo’ ”colmare le carenze di umanita”’ come strumento per ”formare una coscienza” anche ecologica. Il Papa, che alla fine del mese si appresta a partire per il suo 97.mo viaggio internazionale, ha delineato la sua idea di un turismo sano e equo nel messaggio per la Giornata mondiale del turismo, che la Chiesa celebrera’ il prossimo 27 settembre, ma il cui testo e’ stato diffuso oggi. ”Un certo turismo selvaggio ha contribuito e tuttora contribuisce all’ emergenza ecologica”, osserva Giovanni Paolo II definendo quest’ ultima ”uno scempio” e condannando gli ”impianti turistici costruiti senza una pianificazione rispettosa dell’impatto ambientale”. ”Il dissesto ambientale – prosegue – in effetti mostra con evidenza alcune delle conseguenze delle scelte operate secondo interessi particolaristici, non rispondenti alle esigenze proprie della dignita’ dell’uomo: prevale spesso la sfrenata bramosia di accumulare ricchezze, che impedisce di ascoltare l’allarmante grido di poverta’ di popoli interi; in altre parole, l’egoistica ricerca del proprio benessere induce ad ignorare le legittime aspettative delle generazioni presenti e di quelle future: la verita’ e’ che quando ci si distacca dai progetti di Dio sul creato, molto spesso viene meno l’attenzione per i fratelli e il rispetto per la natura”. Papa Wojtyla, pur apprezzando come cosa ”certamente buona” il cosidetto ecoturismo, invita ”tuttavia a vigilare perche’ non si snaturi e non diventi un veicolo di sfruttamento e di discriminazione”. A suo avviso, infatti, ”qualora si promuovesse la tutela ambientale come fine a se stante, si correrebbe il rischio di vedere nascere forme moderne di colonialismo, che danneggerebbero i tradizionali diritti delle comunita’ residenti in un determinato territorio”. E ”verrebbero ostacolati la sopravvivenza e lo sviluppo delle culture locali e sarebbero sottratte risorse economiche all’ autorita’ dei governi locali, primi responsabili degli ecosistemi e delle ricche biodiversita’ presenti nei rispettivi territori”. Contro lo ”sfruttamento sconsiderato della creazione”, ammonisce il Pontefice, ”la societa’ odierna non trovera’ soluzione adeguata se non rivedra’ seriamente il suo stile di vita” e ”il turismo puo’ essere strumento efficace per formare questa coscienza”. Un ”approccio meno aggressivo all’ambiente naturale” fara’ valorizzare ”i beni affidati alla responsabilita’ di tutti e di ciascuno”; ”conoscere da vicino la fragilita’ di molti aspetti della natura” dara’ ”consapevolezza dell’urgenza di adeguate misure di protezione” e ”rispetto e attenzione per la natura” favoriranno ”sentimenti di solidarieta”’ per chi abita in un ”ambiente umano costantemente aggredito da sfruttamento, poverta’, fame o mancanza di educazione e salute”. Pur nella consapevolezza di tutte le controindicazioni e i rischi dei fenomeni di turismo contemporaneo, Giovanni Paolo II traccia un elogio del viaggio come ”modo per colmare le carenze di umanita’, che spesso si sperimentano nell’esistenza umana”, come modo per contemplare il creato e, ”grazie al contatto con gli altri, per approfondire il dialogo e la reciproca conoscenza”. Ai milioni di viaggiatori dell’estate appena cominciata il Papa affida infine le parole del libro biblico Siracide: ”Chi ha viaggiato conosce molte cose, chi ha molta esperienza parlera’ con intelligenza. Chi non ha avuto delle prove, poco conosce; chi ha viaggiato ha accresciuto l’accortezza. Ho visto molte cose nei miei viaggi, il mio sapere e’ piu’ che le mie parole”.


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