Sostenibilità

Chicco Testa seppellisce il nucleare

Il Presidente della lobby atomica dice: «Serve una pausa di riflessione. Così non si può andare avanti»

di Redazione

A questo punto, il solerte ministro (Paolo Romani) sembra davvero essere più realista del re. Mentre infatti ancora martedì, quando alla Conferenza di alto livello sulla sicurezza nucleare il commissario europeo Oettinger parlava ormai di “Apocalisse” riferendosi all’aggravarsi dell’incidente di Fukushima, e il nostro responsabile allo Sviluppo economico ribadiva che sul programma nucleare “l’Italia va avanti”, forse qualcosa anche in Italia stava cambiando, e nessuno aveva avvisato la nostra delegazione.

Sempre martedì, infatti, avevamo chiesto a Chicco Testa, presidente del Forum Nucleare Italiano (l’organismo che raggruppa le aziende big coinvolte nel futuro business nucleare italiano), quale fosse la posizione ufficiale della lobby dell’atomo italiana rispetto alle notizie sempre più allarmanti che arrivavano dal Sol Levante. L’ufficio comunicazione del Forum ci aveva risposto un tassativo “al momento non interveniamo su quanto sta succedendo in Giappone”.

E ora si capisce perché.

Con un’incredibile (ma finalmente sensata) marcia indietro è direttamente Chicco Testa a intervenire oggi, firmando un pezzo sul Corriere della Sera, in cui praticamente dichiara che il nucleare italiano è morto e sepolto. Altro che “l’Italia va avanti”.

Scrive Testa: «Far finta di nulla e ritenere che le cose possano continuare senza cambiamenti sarebbe da sciocchi e da irresponsabili. Penso che anche il governo debba italiano debba porsi l’obiettivo di una seria riflessione. Insistere nel dire che nulla cambia nei programmi decisi è un errore, che non si colloca all’altezza delle richieste che oggi, giustamente, vengono dall’opinione pubblica».

Pur continuando a credere che «l’energia nucleare continuerà ad avere un futuro»,  Testa sottolinea come questo futuro potrà iniziare solo dopo che «una profonda riconsiderazione di tutto il settore sia stata fatta». Come hanno immediatamente fatto Svizzera e Germania, alle prime avvisaglie del dramma che si stava consumando in Giappone, per l’Italia «dichiarare anche da parte nostra un’analoga pausa di riflessione sarebbe cosa saggia».

E, se ancora il messaggio non fosse chiaro, rincara la dose: «Occorre tempo per decidere con coscienza e cautela. Per fare un bilancio ragionato di ciò che è successo in Giappone e come sempre imparare dagli errori, per fare una valutazione del livello di sicurezza degli impianti esistenti, per verificare gli standard delle future tecnologie».

Conclude: «Per ridisegnare la nostra politica energetica c’è bisogno di un largo consenso e di lasciarci aperta, con senso di responsabilità, ogni strada per il futuro».

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