Cultura
Chi sono gli uomini al lavoro per difendere chi deve fuggire
La Commissione mondiale sulle dighe, nominata dalle stesse istituzioni finanziarie, ha contato 40 milioni di sfollati. Ma le sue denunce sono spesso inascoltate
Negli ultimi cinquant?anni sono state mandate via più di quaranta milioni di persone per far posto a una diga. Spesso con la forza e senza ricevere compensazioni. Nel 1950 le grandi dighe in tutto il mondo erano 5mila, sono diventate quasi 13mila nel 1970 e oggi sono19mila. Ma la loro utilità è sempre più contestata, non solo da ambientalisti e organizzazioni non governative, ma anche dagli esperti della Commissione mondiale sulle dighe, un organismo indipendente finanziato dalla stessa Banca mondiale, la principale finanziatrice di grandi dighe.
«La commissione ha cominciato a lavorare tre anni fa, promossa dalla Banca mondiale e dalle ong di tutto il mondo», spiega Antonio Tricarico, della Campagna per la riforma della banca mondiale. «Progetti come quello delle Tre gole in Cina o il complesso di 130 dighe a Narmada hanno suscitato in questi anni movimenti di protesa molto forti da parte delle popolazioni interessate. La commissione è nata con lo scopo di far luce sull?impatto ambientale e sociale delle grandi dighe, e sulla loro utilità».
La commissione ha indagato 900 casi in 56 Paesi del mondo ed ha pubblicato un rapporto denunciando ecosistemi danneggiati, mutamenti di clima, popolazioni sradicate senza consenso e senza un reinsediamento appropriato. Insomma, più svantaggi che vantaggi. Il rapporto contiene raccomandazioni e linee guida che si dovrebbero adottare quando si progetta e si costruisce una diga di grandi dimensioni. «Ma queste sagge parole rischiano di rimanere solo sulla carta», denuncia Tricarico. «All?interno della Banca mondiale ci sono infatti potenti forze conservatrici che si oppongono a qualsiasi svolta. E poi ci sono le Banche multilaterali di sviluppo e le agenzie di credito per l?esportazione, che stanno prendendo il posto della Banca mondiale nel finanziamento di alcuni importanti progetti».
Dopo le contestazioni internazionali, la Banca mondiale ha fatto marcia indietro, abbandonando il finanziamento della diga delle Tre Gole sullo Yang Tse in Cina, che costerà la deportazione a un milione e mezzo di persone, il progetto in India, dove saranno spostate un altro milione di persone, e il progetto Gap nel Kurdistan turco. «Ma gli interessi che gravitano intorno a queste grandi costruzioni sono enormi», sostiene ancora Tricarico. «E dalla Banca mondiale arrivano dichiarazioni piuttosto tiepide riguardo alla possibilità di adottare le raccomandazioni della Commissione mondiale sulle dighe».
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