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Chi sono gli osservatori elettorali internazionali?

Accertano la legittimità delle elezioni nei Paesi del mondo. L’Ue ha un ruolo chiave nell'osservazione elettorale. Global Campus of Human Rights, network di 100 università al mondo, supportato dell'Unione, promuove la 3a edizione del corso “International electoral observers”, quest'anno online, dal 14 al 18 novembre. Application fino al 31 ottobre

di Cristina Barbetta

Nata più di 150 anni fa, e sviluppatasi negli ultimi 30 anni, l’osservazione internazionale elettorale monitora le elezioni dei Paesi nel mondo, per accertare che siano libere e regolari. Attraverso le sue missioni analizza il processo elettorale e ne fornisce una valutazione indipendente e imparziale.

È diventata un importante meccanismo per assicurare l’integrità delle elezioni in Paesi in cui è in atto una transizione democratica o in società post-conflitto. L’osservazione elettorale da parte di soggetti provenienti dall'estero aiuta ad aumentare la fiducia degli elettori e a valutare la legittimità di un processo elettorale. Normalmente l’osservazione elettorale viene utilizzata quando si teme che le elezioni si possano svolgere in maniera non libera o giusta.

Le missioni di osservazioni elettorali sono organizzate da diverse attori, come l’Unione europea, l’Ocse, l’Unione africana, il Consiglio d’Europa, e il Carter Center.

Dalla fine degli anni ‘90, in seguito alla caduta dell’Unione Sovietica, l’osservazione elettorale è diventata molto diffusa. Oggi gli osservatori elettorali provenienti dall’estero esaminano circa l’80% di tutte le elezioni nel mondo, mentre nel 1989 la percentuale era del 1989, secondo dati citati dall’Economist.

Nel 2005 le Nazioni Unite hanno adottato la Dichiarazione di principi per l’osservazione elettorale internazionale, uno dei primi tentativi da parte della comunità internazionale di fissare standard operativi e qualitativi universalmente validi per gli osservatori elettorali internazionali.

L’osservazione elettorale dell’Ue

L’Unione europea è impegnata a contribuire ai processi democratici a livello mondiale attraverso varie attività, inclusa l'osservazione elettorale. L’adozione di linee guida dell’Ue sui requisiti necessri per le missioni dell’Ue di osservazione e di un codice di condotta per gli osservatori elettorali dell’Ue rappresenta un passo importante verso un maggiore coordinamento e serve come base per tutti gli osservatori elettorali. La Dichiarazione dell’Onu del 2005 e il codice di condotta hanno definito un quadro comune, una metodologia, degli standard e delle best practice valide per tutti gli osservatori a livello nazionale e internazionale.

Ogni anno l'Ue invia circa 30 missioni elettorali in Africa, Medio Oriente, Asia, America Latina e Caraibi. Il budget annuale dell’Unione europea è di circa 45 milioni di euro. L’osservazione internazionale elettorale serve a stabilizzare Paesi e democrazie fragili, contribuisce a rafforzare la fiducia nelle elezioni, e a fornire una valutazione di un processo elettorale basata sui fatti. Rinforza anche altri obiettivi chiave di politica estera dell’Ue, in particolare il peacebuilding.

Gli osservatori elettorali devono accertarsi della regolarità delle elezioni che sono chiamati a seguire e verificare che la campagna elettorale si sia svolta in modo trasparente ed equo, che non ci siano stati brogli, intimidazioni o violenze nei confronti degli elettori. L’Unione europea è diventata una forza trainante nell’osservazione delle elezioni internazionali. Agisce su invito di Paesi terzi e la decisione di agire viene presa dall’Alto Rappresentante o dal Vice Presidente dell’Ue.

Il database delle missioni elettorali dell’Ue fornisce un facile accesso a report finali, dichiarazione della missione e comunicati stampa di tutte le missioni dell’Ue dal 2000. Finora l’Ue ha effettuato 300 missioni nel mondo. In Kenya per esempio, dove le elezioni generali si sono tenute ad agosto 2022, sono tornate le missioni di osservatori elettorali dell’Ue, che stanno presentando oggi, 27 ottobre, il loro report finale, con raccomandazioni per il miglioramento del futuro processo elettorale.

L’Ocse

L’Ue fa missioni di osservazione elettorale in Paesi di tutto il mondo, ad eccezione delle regioni che sono coperte dall'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). Negli Stati membri dell’Ue, i processi elettorali sono osservati dall’Ocse.


International electoral observers, il corso di Global Campus of Human Rights

Rete mondiale di 100 università nel mondo leader nell’insegnamento dei diritti umani e della democrazia, Global Campus of Human Rights, che ha il supporto dell’Unione europea, organizza per il terzo anno consecutivo un corso per osservatori elettorali internazionali. Quest’anno il corso, che nelle passate edizioni si era tenuto nella sede principale di Global Campus, al Lido di Venezia, si terrà online, dal 14 al 18 novembre, con sessioni giornaliere in diretta. La deadline per la presentazione delle candidature è il 31 ottobre.

Dal 2012 a oggi Global Campus ha formato più di 500 osservatori elettorali di breve periodo attraverso i suoi training in presenza, nella sede dell’istituzione al Lido di Venezia.

Il training ha ricevuto il patrocinio del Ministero degli Affari esteri italiano, spagnolo e della Repubblica Ceca, e il supporto dello European External Action Service (Eeas) e dell’Office for Democratic Institutions and Human Rights (Odihr).

Il corso è rivolto a tutti coloro che desiderano acquisire le capacità necessarie al lavoro sul campo come osservatori elettorali, oltre che a esperti di politica, analisti, giornalisti, consulenti e ricercatori che vogliano approfondire la loro conoscenza del funzionamento di una missione di osservazione elettorale da un punto di vista multidisciplinare.

Il training introdurrà i partecipanti all’osservazione elettorale, alla storia dell’istituzione, alle metodologie di osservazione e al funzionamento delle missioni. Analizzerà la vita pratica di un osservatore elettorale di breve periodo, dalla procedura di selezione alla fine della missione, inclusa l’osservazione dei sondaggi, la compilazione dei moduli, il sistema di reporting e il codice di condotta, le relazioni di lavoro con un focus particolare sulle nuove tecnologie e sul monitoraggio dei media nel processo elettorale.

I partecipanti al corso avranno modo di vedere da vicino tutte le diverse fasi di una missione di osservazione elettorale, dalla fase di esplorazione alle procedure di selezione attraverso il suo funzionamento interno, le relazioni con le autorità nazionali, inclusi gli organi di gestione elettorale e gli stakeholder locali.
Per partecipare al corso è necessario avere un'ottima padronanza della lingua inglese, sia scritta sia orale, lingua in cui si terrà il corso.

A questo link il programma del corso. All’interno dei forum di discussione sarà possibile interagire e fare domande ai docenti del corso: Demetrio Lazagna, Armin Rabitsch, Charlemagne Gomez, Silvia de Félix, e ad Ambra Longatti (Eeas), Vladimir Misev (Odihr), Sarah Johnson (The Carter Center) , African Union (tbd), Elena Saroni (Ministero degli Affari esteri italiano).

Foto di apertura: la vice rappresentante naszionale dell'ufficio della ong Usaid parla con un rappresentante del Consiglioo elettorale provvisiorio durante il secondo turno delle elezioni presidenziali ad Haiti (2011). Foto da Wikimedia Commons di Kendra Helmer/Usaid

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