Formazione

Chi si ricorda del banco-zaino?

Un portale e una mostra per ripercorrere 150 anni della scuola italiana, attraverso i 70mila documenti della sua biblioteca. Con molte sorprese

di Sara De Carli

In pochissimi si ricorderanno del banco-zaino, ma nella scuola italiana si è visto pure quello. Si tratta di un banco trasportabile, in dotazione alle “scuole all’aperto” che all’inizio del Novecento si erano diffuse per contrastare il diffondersi delle malattie contagiose e promuovere la salute dei bambini. Nella convinzione che l' aria aperta e il sole potessero giovare alla salute dei più piccoli, in particolare per la tubercolosi, si diffusero queste scuole con le aule in padiglioni, circondati di verde, con zone a giardino o sistemate ad orto, dove i bambini potevano coltivare un piccolo appezzamento di terreno e dove le attività didattiche all'aperto si alternavano alle normali lezioni. Gli alunni mettevano in spalla il loro banco-zaino e accompagnati dall'insegnante andavano a studiare in mezzo alla natura.

Quella del banco-zaino è una delle sorprese che si scovano nella mostra sulla storia della scuola, inaugurata il 20 dicembre in occasione del 150 anni della Biblioteca del Miur (qui un'immagine).

Una sala della Biblioteca del Miur

La mostra si apre e chiude con due vere e proprie aule: una di fine ‘800 e una 2.0, modernissima. La biblioteca conserva oggi 70mila volumi e migliaia di documenti di grande pregio documentale e valore affettivo. Quel tesoro è raccontato attraverso un portale – dedicato a studenti, docenti, famiglie e ricercatori – per raccontare la storia della scuola italiana e dell'amministrazione scolastica attraverso immagini, libri e documenti. Ci sono libri e quaderni, registri scolastici, diari dei maestri, pagelle, fotografie dal 1861 agli anni ’70. Le prime pagelle per le scuole elementari, datate 1926; il libro di testo unico di Stato, introdotto nel 1930 e firmato dai nomi più prestigiosi della cultura italiana del tempo, tra cui Grazia Deledda; una copia del celebre Cuore di De Amicis in braille datata 1930. Tra le chicche sorprendenti, anche una pagella del 1937 sul cui retro spunta la pubblicità dello zucchero. Quella che oggi ci sembra la prossima frontiera o uno scandalo, in realtà non è nulla di nuovo.
 


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