Formazione

Chi si nasconde dietro la guerra di religione?

Interverrà anche lo storico britannico Richard Gray secondo cui il conflitto non ha natura religiosa, ma nasconde forti interessi economici e geopolitici

di Redazione

Potrà la sua società civile risollevare il Sudan? La risposta sarà data, a Milano, nei giorni 17-18 settembre (Biblioteca Sormani, sala del Grechetto in via F. Sforza 7) nel corso del forum “Prospettive di pace per il Sudan. Rinasce la società civile?”, promosso dalla Campagna italiana per la pace e il rispetto dei diritti umani in Sudan. L’obiettivo è indagare le cause del dramma sudanese e riportarle all’attenzione dell’opinione pubblica. Fra i “pezzi da novanta” del forum, lo storico britannico Richard Gray, professore emerito di storia africana all’università di Londra e docente dal 1959 al 1961 all’ateneo di Khartoum. Che offre a “Vita” un’anticipazione delle tesi che esporrà a Milano: «Le parti in conflitto non hanno, ancora, mai manifestato seriamente la loro volontà di pace. In Sudan la situazione resta pertanto difficile. Il Forum di Milano servirà quindi soprattutto a capire quanto spazio resta agli europei per spingere il governo di Khartoum, che ha la gran parte delle responsabilità della guerra intestina, e lo Spla a una pace giusta. Inoltre sfateremo anche un altro mito, e cioè che si tratti dell’ennesima guerra di religione. È falso, perché le reali cause di questo conflitto sono politiche, economiche e strategiche. Personalmente considero lo scontro fra religioni solo una causa marginale della guerra». Anche il coordinatore nazionale di Pax Christi, don Tonio Dell’Olio, insiste su un punto: «Sul Sudan occorre approfondire l’analisi e vincere il nostro provincialismo, ricordando le parole di Madre Teresa di Calcutta: “Il male peggiore dell’umanità è l’indifferenza”. La nostra gente deve sapere non solo che in Sudan si muore, ma anche il perché. Per questo un forum come quello milanese è importante, forse il più importante mai tenuto a livello europeo: scopriremo i soggetti politici e sociali del Nord Sudan che dovremmo contribuire a valorizzare e in particolar modo l’opera delle donne del gruppo Women voice for peace che, oltre alla gestione diretta di molti progetti sociali, continuano a denunciare le violazioni dei diritti umani. Infine un altro obiettivo sarà di coordinare le diverse ong europee che lavorano da tempo per la pace in Sudan». Il forum si inquadra nelle iniziative di approfondimento che precederanno la Terza assemblea dell’Onu dei popoli, che si terrà a Perugia dal 23 al 25 settembre e precederà la Marcia per la pace Perugia-Assisi, programmata per domenica 26.


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