Sostenibilità

Chi ricostruirà il rinoceronte?

Editoriale di Fulco Pratesi sulla biodiversit

di Redazione

Un personaggio storico del Wwf, l?ex presidente Filippo d?Edimburgo, espresse tempo fa un ragionamento che suonava così: se dovesse, per una catastrofe, crollare il Colosseo, sarebbe possibile, disponendo di una mole immensa di disegni e rilievi, ricostruirlo identico. Se dovesse invece estinguersi la specie del rinoceronte indiano (e ricordo che al mondo ne esistono oggi circa quattrocento esemplari) nessuna forza al mondo potrebbe ricrearla.
Ecco il perché dell?impegno del Wwf per salvare anche una minima tessera di quel meraviglioso mosaico che gli scienziati chiamano biodiversità, i credenti ?creato? e tutti noi definiamo ?natura? o meglio ?vita?.
Il lichene e l?elefante, la libellula e il mughetto, l?aquila e il lombrico fanno parte di un disegno stupendo in cui, come nel meccanismo di un orologio, tutte le rotelline concorrono a formare l?equilibrio ecologico, un progetto universale che l?uomo, come un elefante pazzo in una cristalleria, sta tentando con tutti i mezzi di sconvolgere. E il ritmo delle estinzioni si fa sempre più rapido.
Anche se oggi, grazie anche agli sforzi del Wwf e di altre organizzazioni, il declino delle specie più grandi e vistose si è un po? rallentato, sono migliaia, ogni anno, quelle che nelle foreste tropicali e nelle isole oceaniche, nei mari temperati e nelle savane africane si estinguono: scompaiono così insetti e celenterati, pianticelle endemiche e piccoli sauri, lemuri e pesciolini, moltissimi dei quali addirittura ignoti alla scienza. E tutte indispensabili all?equilibrio del Pianeta.
Ed è per questo che ci si deve battere: come per salvare il clima dai mutamenti preoccupanti di questi ultimi decenni, come per proteggere le acque da abusi e sperperi irresponsabili, come per sostenere le lotte dei popoli nativi in difesa dei loro habitat, così è importante impiegare volontà e fondi, intelligenza e sensibilità per salvare anche il più piccolo e sconosciuto componente della biodiversità, del creato, della natura, della vita.
«Perché», come ha scritto Shakespeare, «nulla sulla Terra è così vile che alla Terra non dia qualche dono particolare».

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