Volontariato

Chi paga l’addio alla lira. Arriva il dinoseuro

Anziani, portatori di handicap sensoriali, persone poco istruite si prevede avranno notevoli difficoltà con l’Euro. Ma non sono stati predisposti programmi adeguati.

di Barbara Fabiani

Dal primo gennaio 2002 le monete e le banconote in lire cominceranno a essere sostituite dall?euro, che in appena due mesi diventerà l?unica moneta in circolazione. La banca centrale europea ha coniato 50,3 miliardi di monete e stampate 14,5 miliardi di banconote per sostituire le valute nazionali dei dodici Paesi aderenti alla moneta unica; di questo gigantesco portafoglio 7.240 milioni di monete e 9,5 miliardi di banconote verranno immesse in Italia. Numeri impressionanti, ma che non sono le uniche cifre che contano, insieme al tasso di cambio, per questo passaggio epocale.
La Commissione europea, sulla base di diversi studi, calcola che una fascia di europei, tra il 35 e il 40 %della popolazione (130 milioni di persone), potrebbe avere seri problemi ad adattarsi alla nuova moneta. Si tratta di persone che per condizione socioeconomica, livello di istruzione, età o handicap sensoriale, non accedono alle informazioni sull?euro o non riescono a gestire il cambiamento. Eppure l?euro arriva anche per loro. Come raggiungerle?

Nuova divisa, vecchie paure
Il Comitato centrale euro nel 1998 si è posto la stessa domanda. Il primo passo che ha compiuto è stato conoscere queste categorie sensibili, e come era prevedibile ha scoperto che alla maggioranza delle persone poco importa il linguaggio della finanza. Piuttosto la gente è preoccupata dei risvolti quotidiani e concreti dell?uso dell?euro. Il timore di non riuscire a gestire i pagamenti in centesimi e di dover sempre dipendere da qualcuno, l?ansia di venire truffati sui resti, un?immotivata sensazione di impoverimento davanti al proprio reddito espresso in euro, o al contrario una tendenza a eccedere nelle spese tratti in inganno da cifre apparentemente piccole: queste sono le sensazioni più diffuse registrate dal Comitato. Quello che manca, quindi, è la fiducia.
La conclusione è stata che l?informazione deve essere veicolata da persone con cui già esiste un rapporto di fiducia. E qui esce di scena la finanza e la società civile prende il suo posto. All?associazione Cittadinanzattiva, membro del Comitato nazionale euro, è stata affidata – nell?ambito del progetto europeo Eurofacile – la formazione dei cosiddetti ?informatori di prossimità? per l?Italia, il Portogallo e la Grecia. Millecinquecento cittadini italiani (e prossimamente altrettanti portoghesi e greci) hanno imparato tutto quanto c?era da sapere sull?euro e ora sono dei punti di informazione viventi della collettività. Non solo, hanno fatto e faranno anche da animatori alle 400 Feste dell?euro previste in tutt?Italia. Si tratta di incontri spesso inclusi in sagre di paese, in cui letteralmente si gioca con l?euro. Intrattenimenti preferiti, la tombola in euro, il ?compro in euro? e l?eurodomino, in cui alle immagini di prodotti si devono abbinare i corrispondenti prezzi in euro. Gli euroinformatori sono persone che fanno parte del volontariato o semplicemente cittadini attenti alle esigenze degli altri: le feste non potrebbero essere allestite, infatti, senza la partecipazione attiva della società civile locale. Le 200 organizzate fin a oggi sono state realizzate con la partecipazione di ben 62 associazioni di volontariato, 28 scuole, 6 istituti e associazioni religiose, 9 organi di locali di informazione, 3 Pro-loco, 11 associazioni di categoria ma anche 4 sedi di istituti bancari e assicurativi e 15 enti pubblici e servizi pubblici. In questo modo si calcola che siano state coinvolte almeno 500mila persone, e che le informazioni abbiano raggiunto almeno un altro milione. All?appello mancano ancora in molti.

Così all?estero
Il programma si ripete in ogni Paese europeo, con piccole variazioni. In Spagna, ad esempio, hanno puntato moltissimo sui centri anziani. Gli euroinformatori iberici si sono dati l?obiettivo di coinvolgere 150mila anziani di 7.000 centri (il 50% del totale), e di far arrivare l?informazione indirettamente a altre 350mila persone. In Francia, invece, la Federazione nazionale sordi ha elaborato una strategia di comunicazione specifica per i 4 milioni di non udenti o con deficit uditivo, dai poster ad una videocassetta nel linguaggio dei segni.
Per quanto riguarda gli 11 milioni di non vedenti e non ipovedenti in Europa, il coinvolgimento delle associazioni c?è stato fin dalla progettazione della moneta unica, attraverso l?Unione europea dei ciechi, la federazione che riunisce le maggiori organizzazioni nazionali. Non ci credete? Quando avrete tra le mani gli euro, provate a chiudere gli occhi e a toccare attentamente le monete. Sentirete che hanno pesi differenti, che sono in materiali diversi e che hanno scanalature lungo il bordo fitte o rade, a intermittenza o a ?fiore spagnolo?. I colori puri e accesi delle banconote, che tante critiche hanno sollevato sta gli esteti della numismatica, servono a facilitare il loro riconoscimento agli ipovedenti e alle persone con deficit cognitivo. Da noi l?Unione Italiana Ciechi sta organizzando in tutte le sue 120 sezioni degli incontri per prendere confidenza con l?euro, in cui lo strumento didattico fondamentale è un kit di monete e banconote in facsimile fornito dalla Banca centrale europea.
Ma dopo una lunga attesa per ricevere questo materiale (con l?impegno scritto di restituire i falsi d?autore ad aprile del 2002), è proprio di questi giorni la delusione: le banconote inviate hanno marcature indistinguibili e le scanalature delle monete sono troppo leggere per essere percepite. Una brutta caduta in un programma complessivo che in tutta Europa ha coinvolto intorno alla conoscenza dell?euro milioni di persone, e la dimostrazione che la moneta è una questione di cultura e di legami sociali, prima che di finanza.

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