La pausa caffè fu inventata di sana pianta da John B. Watson. Non fu una conquista dei sindacati o dei lavoratori, anche se glielo fecero credere.John Broadus Watson (1878 –1958) era uno psicologo comportamentista americano, anzi era da tutti considerato uno dei padri di questa corrente, grazie ai suoi lavori sul condizionamento emotivo basato su stimoli e gratificazioni.
A chiedere l’aiuto di Watson, che da parte sua non vedeva l’ora di uscire dal laboratorio e testare le sue teorie sugli uomini e non più su inconsapevoli animali, fu un’agenzia che lavorava per conto della Maxwell House, una società fondata nel 1892 che ancora oggi commercia caffè.
Perché Watson? All’alba del marketing, che proprio allora faceva il suo ingresso collocandosi tra manodopera e commercio, alla società produttrice interessavano le teorie di Watson e soprattutto il loro potenziale “manipolatorio”.
Se era possibile condizionare gatti e ratti, a maggior ragione, attraverso stimoli emotivi e sensazione di piacere, sarebbe stato possibile condizionare i comportamenti dei consumatori, introducendo una finzione di libertà: fermare anche se per pochi minuti il lavoro, introdurre lo stacco, farci credere liberi, consumatori e felici. Con un non irrilevante incremento di profitto per il settore del caffè.
@oilforbook
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