Formazione
Chi ha in mano l’acqua?
Quattro giorni di mobilitazione per l'acqua pubblica
di Redazione
Quattro giorni di mobilitazione per l’acqua pubblica. I Movimenti per l’acqua si sono dati appuntamento a Roma, da oggi al 23 novembre per mettere in campo una serie di iniziative contro la privatizzazione selvaggia delle risorse idriche in Italia. Paolo Carsetti del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua ha spiegato a “Vita” il senso di queste iniziative.
Qual è il primo appuntamento che vi vede impegnati?
È quello di oggi. Siamo presenti con un punto informativo, a Piazza Colonna, vicino al Parlamento, a partire da stamattina per ricordare che c’è una proposta di legge firmata da 400mila persone e da centinaia di enti locali che attende di essere discussa ormai da più di anno. Infatti è stata depositata il 10 luglio 2007. La proposta di legge dal titolo: “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico”, si propone di tornare a una gestione pubblica e partecipata dell’acqua.
Il secondo appuntamento, quale sarà?
L’Assemblea del coordinamento nazionale degli enti locali per l’acqua pubblica, che si svolgerà il giorno dopo, venerdì 21 dalle 15:00 alle 18:00, nella sede della Provincia di Roma.
Per chiudere, cosa avete previsto?
Si tratta del secondo Forum italiano dei movimenti per l’acqua che si terrà il 22 e il 23 novembre ad Aprilia, in provincia di Latina, vicino a Roma. In quell’occasione faremo il punto di tutte le iniziative che sono state messe in campo negli ultimi tre anni su tutto il territorio nazionale ed inoltre allargheremo la nostra azione anche sul fronte della tutela e della conservazione dell’acqua. Ci sono tanti casi in Italia di discariche abusive che inquinano le falde acquifere. Uno su tutti è quello della discarica di rifiuti tossici più grande d’Europa scoperta, vicino Popoli in Abruzzo a poche centinaia di metri dalle sorgenti del fiume Pescara.
Quanti sono gli acquedotti gestiti dai privati?
Su 67 ATO (Ambiti Territoriali Ottimali) presenti in Italia, sono stati individuati 106 soggetti gestori e di questi 100 sono enti di diritto privato che si dividono in società private, società miste pubblico-private e società a totale capitale pubblico e solo 6 sono enti di diritto pubblico, cioè consorzi e aziende speciali; in questo secondo caso il bilancio viene discusso dal Consiglio Comunale e quindi c’è un controllo diretto da parte dell’ente locale, cosa che non accade invece nel primo caso dove il bilancio viene discusso da un Consiglio d’amministrazione. Noi, intendiamo come gestione pubblica dell’acqua, solo quella che rientra sotto la responsabilità degli enti di diritto pubblico. Infatti, anche le società a totale capitale pubblico, sono enti di diritto privato per cui ricadono sotto le leggi del mercato e della concorrenza, tendono a far profitto, hanno un indipendenza rispetto al bilancio nei confronti dell’ente locale, per cui il controllo del pubblico viene meno.
Info: www.acquabenecomune.org
di Costantino Coros
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