«C?è del marcio in Danimarca», diceva il vecchio William Shakespeare. E qualcosa non deve andare nel verso giusto neppure oggi, in questa nuova Europa, se è possibile misurare una così scandalosa distanza tra le parole e i fatti. Tra la proclamazione quasi ossessiva dei principii, e la trasgressione impudicamente ostentata di essi. In questi giorni l?ERRC (l?European Roma Rights Center, organizzazione non governativa che si batte per i diritti umani del popolo rom) ha inviato una durissima lettera di protesta al presidente del Consiglio italiano Massimo D?Alema per quanto accaduto nella prima settimana di marzo al campo di Tor de? Cenci, nel Comune di Roma. In questo quartiere alla periferia dell?Urbe, una comunità di circa duecento profughi bosniaci, provenienti dalle zone più martoriate di quel paese, è stata assaltata da 400 uomini armati (carabinieri, poliziotti, vigili urbani). I bambini sono stati terrorizzati, le roulottes distrutte con gli abiti e gli oggetti che contenevano, alcune donne malmenate. In 56 sono stati prelevati senza che potessero prendere con sé neppure il minimo indispensabile, caricati su un aereo e deportati in una zona di confine tra la Bosnia musulmana e quella cristiana. Tra questi una donna incinta in procinto di partorire, un?altra con un bambino di appena 15 giorni, due ragazzi minorenni separati a forza dai genitori (di cui uno, nato in Italia, non conosce una parola di slavo e ora si trova, solo, in quella terra in cui non conosce nessuno). Al termine, il sindaco di Roma, Francesco Rutelli, evidentemente in campagna elettorale, ha dichiarato che l?operazione «ha avuto successo e che la polizia aveva rimosso dei nomadi coinvolti in attività illegali», anche se nessun reato è stato contestato ai rom, tranne quello, amministrativo, della mancanza del permesso di soggiorno. Al governo italiano – guidato, ricordiamolo sempre, da un partito che ha fatto dell? I care il proprio motto e dell?intrusione umanitaria una buona ragione per far guerra – l?ERRC contesta la violazione dell?articolo 4 del quarto protocollo della Convenzione Europea sui diritti umani, quello che vieta espulsioni collettive di stranieri, e degli art. 2 e 5 della Convenzione Internazionale ?sull?eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale?. Al presidente del consiglio, inoltre, l?organizzazione internazionale ricorda che fin dal marzo dello scorso anni il ?Comitato per l?eliminazione della discriminazione razziale? delle Nazioni Unite ha duramente criticato l’Italia, per le «ripetute e inumane espulsioni». Ricordiamocelo e ricordiamoglielo anche noi.
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