Politica

Chi è contento se Giovanardi se ne va?

Un comunicato del Modavi fa intuire che i movimenti per il «dopo» sono già iniziati

di Gabriella Meroni

«I commenti che leggiamo da parte di Cnca e Forum Droghe sull’imminente sostituzione di Carlo Giovanardi alle Politiche Antidroga ci lasciano perplessi». Comincia così un comunicato diffuso dal Modavi (Movimento delle associazioni di volontariato italiano), in seugito alle notizie che darebbero per uscente il sottosegretario Carlo Giovanardi. «Non capiamo come un esecutivo composto da uomini di quella alta finanza, responsabile dell’attuale crisi internazionale, possa rappresentare una risposta credibile al problema delle dipendenze», continua la nota, firmata da Irma Casula, presidente del Modavi, «nel quale l’aspetto valoriale ha una notevole importanza. È come se scegliessimo uno spacciatore quale “tecnico” per risolvere il problema della droga».

«Il Modavi esprime invece apprezzamento riguardo il lavoro svolto dal Dipartimento Politiche anti-droga. Di questi tre anni – prosegue il presidente Modavi – va salvaguardato l’approccio della tolleranza zero nei confronti della droga senza il quale la riduzione del danno rappresenta soltanto un inutile e dannoso palliativo. Questa politica ha portato all’importante risultato della diminuzione dell’uso di sostanze stupefacenti in Italia. Non solo repressione del traffico di droghe ma soprattutto efficaci campagne di prevenzione ideate per far capire a tutti che non esistono droghe leggere o pesanti». «Chiunque dovesse prendere le redini del Dipartimento nazionale per le politiche anti-droga – aggiunge Irma Casula – deve proseguire su questa linea, che è quella dell’essere contro le droghe senza compromessi. Ritornare sulla strada della riduzione del danno sarebbe un errore gravissimo. Si devono anzi rafforzare quegli interventi che hanno allontanato le persone dalla droga».

«Augurarsi un cambio di rotta – afferma – non è altro che un desiderio di pochi nutrito per partito preso. Noi, al contrario, sogniamo un mondo dove le tossicodipendenze siano soltanto un brutto ricordo. Noi stiamo dalla parte della vita, quindi contro ogni droga senza se e senza ma». «Per serietà e per non dare la sensazione che anche sulla lotta alla droga si ragioni per schemi politici e ideologici precostituiti – conclude il presidente del Modavi – avremmo evitato i toni trionfalistici che sentiamo. Noi preferiamo raccontare ai giovani e a i meno giovani che droga e dipendenze fanno sempre male e rappresentano un annullamento di se stessi, a prescindere dalle “quantità”».

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