Famiglia

Chi dice donna dice dono

È lei la generosa protagonista della lotta alla fame. Sia una cooperante di una ong “rosa”, sia una madre del Terzo mondo. Ma occorre più sostegno dalle istituzioni.

di Paolo Giovannelli

È possibile immaginare come nelle ?stanze dei bottoni? della Cooperazione italiana siano volate frasi tipo «ma facciamo qualcosa anche per queste donne!», dette col tono di chi ha trovato il tempo di inserire ?anche le donne? all?ultimo minuto, in alte e complesse strategie di sviluppo. Oppure, magari in fase di ideazione dell?ennesimo progetto: «Anche qui ci si deve ancora occupare di donne?».
Le donne, sin dalla messa a punto delle azioni di cooperazione targate Farnesina, sono sempre state vissute come appendice. Una mera aggiunta, a volte un ?tocco di colore? – reso più o meno nobilitante dall?abilità del politico di turno – nell?ambito della programmazione della cooperazione italiana. La loro marginalizzazione ha avuto luogo sia attraverso la praticamente inesistente considerazione del loro contributo alle politiche di sviluppo, sia con gli scarsi budget per lo sviluppo riservati per affrontare il tema ?donna?.
Che si sia trattato di magnanima buona fede, autocertificazioni sulla propria sensibilità o retorici dubbi esplicitati in maniera colorita da qualche ministro, diplomatico o funzionario della Farnesina, oggi poco importa: di certo è che, pur a tre anni dalla storica dichiarazione di Pechino sull?empowerment (?potenziamento?) sociale della presenza femminile, forse solo ora si inizia realmente a intuirne l’importanza là dove si decide il carattere della cooperazione italiana nel mondo. Solo le ong italiane di donne e l?associazionismo femminile e femminista hanno cercato di colmare tale ritardo. E oggi, il loro più determinato sponsor politico è il ministro per le Pari opportunità, Anna Finocchiaro.
Così, stavolta, è stata proprio la rinnovata Direzione generale della cooperazione italiana allo sviluppo (Dgcs) a mobilitarsi. Organizzando, al palazzo Fao a Roma e in tandem con la presidenza del Consiglio dei ministri, un incontro rivolto a ong e associazionismo femminile e femminista italiano intitolato ?La cooperazione che cambia: il ruolo delle donne?, nel corso del quale ha presentato, pur in bozza, il documento sulle ?Linee guida per le politiche di genere nella cooperazione allo svìluppo?. Presenti il sottosegretario agli Esteri con delega alla cooperazione, Rino Serri, e il neodirettore generale della Dgcs, Vincenzo Petrone. Un primo passo, forse un segnale importante. Lo stesso Serri, uomo di governo, ha chiesto all?assemblea di donne «consigli per irradiare le politiche di genere sul complesso della cooperazione italiana».
«Ma Serri conosce bene», commenta Daniela Colombo, presidente dell?Associazione italiana donne per lo sviluppo (Aidos, via dei Giubbonari 30, Roma. Tel. 06/6873214; fax 06/6872549), «l?importanza di fornire ?occhiali rosa? all’Ufficio programmazione della Cooperazione italiana e sa che occorrono esperti ?donna e sviluppo? negli uffici territoriali e all?Unità tecnica centrale. Per il resto l?Italia deve solo seguire gli indirizzi politici e usare quegli strumenti normativi già indicati e predisposti dall?Unione europea e dall?Ocse/Dac (il riferimento è rispettivamente alla risoluzione del Consiglio dell?Unione europea 12847/95 sull?Integrazione delle tematiche di genere nella cooperazione e alle Linee guida sull?uguaglianza di genere e sulla valorizzazione delle donne nello sviluppo – ndr). Solo così Dgcs potrà far dimenticare la scarsa attenzione riservata alle ?donne nello sviluppo?». Sui tempi di svolgimento di tale operazione di recupero di civiltà, lo stesso ministro Finocchiaro esprime fiducia: «In un anno e mezzo», dice, «i rapporti di collaborazione fra noi e il ministero degli Affari Esteri si sono intensificati migliorando notevolmente. Per le donne, le possibilità di inserirsi nella ?corrente principale? della programmazione delle iniziative di cooperazione stanno nettamente aumentando. Il nostro compito resta far fruttare maggiormente il lavoro già svolto dalle ong italiane di donne, perché la donna sia invariabile protagonista di una migliore cooperazione allo sviluppo».

Il ritorno di Telefood

La Fao celebra il 16 ottobre la Giornata internazionale per l?alimentazione proponendo il tema ?La donna nutre il mondo? nella seconda edizione di TeleFood, campagna radio-tv mondiale contro la fame nel mondo. Collegata a notizie e immagini sul contributo femminile alla lotta contro povertà e fame, c?è la campagna di raccolta fondi per finanziare microprogetti nelle zone depresse.
In diversi Paesi sono in programma eventi di spettacolo, culturali e sportivi, organizzati per TeleFood. Fra i personaggi che sostengono la raccolta fondi, la cantante sudafricana Miriam Makeba, l?attrice statunitense Melanie Griffith e il goleador brasiliano Ronaldo; fra gli italiani, Sophia Loren e Valeria Marini. Fino a domenica 18, la Rai aprirà delle finestre sugli eventi collegati a Telefood. Sabato 17 Rai International dedica 5 ore al gala concerto in diretta da Dakar, con la partecipazione del cantante senegalese Youssou N?Dour.
Donazioni pro Telefood sul c/c 2233445/01 della Banca commerciale italiana, sul ccp 997007. Attivi i numeri verdi Comit On Line (167/454545) e 167/001919 per le carte di credito Cartasì, Eurocard/Mastercard e Visa.

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