Politica

Chi crede allo Stato-provvidenza?

Il dibattito fra Gianni e Bonomi: «Caro Aldo, istruzione, sanità e previdenza vanno mantenute statali». «Caro Alfonso, voi sinistra di governo fate rappresentanza soltanto per chi è già garantito...»

di Sara De Carli

Caro Aldo, lo Stato non si tocca. Caro Alfonso, la sinistra ha un problema grande come una casa. Gli applausi a scena aperta se li sono meritati loro. Alfonso Gianni, sottosegretario allo Sviluppo economico, è stato seduto tutta la mattina in terza fila, caldo torrido e penna in mano, avendo pure rinunciato ad andare in tv, perché «sono un curioso della materia e reputo fondamentale partecipare a incontri come questo». E quando è giunto il suo turno, ha fatto qualche critica. Una a quelli che già Bonomi aveva marchiato come i ?sopravvissuti del ?900?: «Indietro non si torna, non si può pensare a un mutualismo universalista». Una a Johnny Dotti, che ha parlato di mutualismo come della solidarietà tra diversi nel matrimonio: «Se pensiamo a una generica forma di solidarietà o retrocediamo al dato antropologico, ci perdiamo in un mutualismo ideale. Mutualismo è un sistema in cui si concorre in base alle proprie capacità e bisogni. Non vi è corrispondenza tra ciò che si è versato e ciò che si riceve: applicato al matrimonio, è l?adulterio». La terza a critica è per Bonomi, «che vede il mutualismo come terza via tra un tutto-Stato e un tutto-mercato. Istruzione, sanità e previdenza vanno assolutamente mantenute statali. Retrocedere significa fare un favore alle società finanziarie e assicurative. Un patto di solidarietà tra le generazioni c?era nel sistema distributivo, quando un giovane manteneva il proprio padre, non con il contributivo; anche se oggi il massimo che possiamo fare è cancellare la Biagi e tornare alla Dini, cercando un compromesso». A quel punto Bonomi ha iniziato lo show. «Mi colpisce come Bertinotti e compagni abbiano una grande capacità di cogliere i processi e decodificare i temi legati all?ipermodernità, ma quando si tratta di agire tornano a posizioni antiche. Oggi dobbiamo redistribuire non solo il reddito, ma anche il capitale sociale e culturale: non credo che questo lo si possa fare attraverso lo Stato. Non sono un fondamentalista del mutualismo: dico che bisogna ragionare sul welfare mix. Un po? di Stato va mantenuto, però sappiamo che lo Stato ha risorse scarse e che il problema della politica oggi è quello di gestire il rigore della scarsità. Un po? di Stato e un po? di mercato, anche qui bisogna capire cosa: perché d?accordo le cooperative di genitori per i nidi, ma se si parla di pensioni? E comunque, caro Alfonso, qui c?è un problema grande come una casa: perché se voi della sinistra, al governo fate esclusivamente rappresentanza dei dipendenti pubblici, dei lavoratori normati e salariati, con una logica di posti garantiti, in una nicchia di uno Stato-provvidenza che non provvede più a niente, non ci siamo. Il fatto che voi vi facciate protettori solo di queste fasce, è un problema».


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