Sostenibilità
Chi brucia la Liguria
Anche oggi è emegenza. Ettari di boschi in fiamme. E non è solo colpa del vento, come accusa Legambiente
di Redazione
Ieri sono stati 101 gli incendi boschivi divampati in tutta Italia a impegnare i mezzi e il personale del Corpo forestale. In Liguria continua a bruciare la macchia sulle alture di Genova, in particolare Bavari e la zona boschiva sopra il cimitero di Nervi. Particolarmente allarmante la situazione nell’estremo levante: nello spezzino, questa volta a Ziona di Carro, nell’alta val di Vara, la gente non ha dormito per la paura che il fuoco lambisse le case e in molti hanno trascorso la notte fuori casa, per aiutare a spegnere le fiamme. Mezzi aerei hanno ripreso a lanciare acqua dal cielo stamani in aiuto alle squadre a terra. L”incendio, che è iniziato nel primo pomeriggio di ieri si è più avvicinato pericolosamente alle abitazioni.
La conta dei danni è impressionante: quasi mille gli ettari di terreno divorati dalle fiamme da Nervi alla Val Bisagno. Altri quaranta nel cuore del Parco delle Cinque Terre. Dal Parco, istituito nel 1999 proprio per preservare gli equilibri ecologici di un’area dall’ecosistema delicatissimo spariscono, inghiottiti dalle fiamme, soprattutto alberi di alto fusto, lecci e querce.
A favorire le fiamme, le condizioni meteo, con un clima secco e ventoso. Ma è evidente che in molti casi c’è la mano dell’uomo. Magari con modalità colpose, come nel caso dei quattro operai del cimitero di Nervi denunciati dalla Forestale per aver smaltito rifiuti cimiteriali (corone, fiori ecc.) dando loro fuoco, ricoprendoli poi con la terra per spegnere le fiamme e ottenendo al contrario l’effetto ‘carbonaia’. Effettuati i primi interrogatori, è risultato che proprio questo focolaio, complice il forte vento dei giorni scorsi, costituirebbe il punto di insorgenza dell’incendio che, da sabato sera, ha percorso 600 ettari di territorio intorno a Genova (dalla zona di Genova Nervi alla zona di Genova Quarto), interessando piu’ valloni dal Monte Fasce al Monte Moro.
Ma il sospetto che ci siano dietro anche ragioni speculative non è così infondato: «Non sappiamo se dietro ciò ci siano strategie delinquenziale», riflette Stefano Sarti, presidente ligure di Legambiente, «Un punto è però chiaro, le aree più colpite dagli incendi sono o i Parchi, o le aree verdi periurbane, queste ultime deputate, come il Parco delle Mura a Genova a divenire i Parchi Regionali del futuro ligure. Guarda caso, infatti i roghi genovesi sono scoppiati poco dopo che si era iniziato un discorso sul futuro PUC di Genova che, seppur con contraddizioni ed ambiguità, sembra destinato a salvaguardare le aree verdi periurbane da un ulteriore sviluppo edilizio, che in un territorio prevalentemente obliquo, come quello Ligure, è stato apportatore dei peggiori danni da consumo del suolo».
«Altro aspetto sintomatico sono gli incendi nei Parchi, luoghi di vincolo edilizio, a cominciare dal Parco Nazionale delle Cinque Terre, devastato da un violento incendio partito nei pressi dell’abitato di Corniglia e molto probabilmente doloso», aggiunge Sarti.
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