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Chi aiuta le famiglie/2. Per un’amica in più

Si chiama “l’amica di famiglia” una bozza di legge quadro firmata Livia Turco. Ecco cosa prevede.

di Ettore Colombo

“Vogliamo prenderci cura della vita delle famiglie italiane, priorità della nostra agenda politica”, annuncia Livia Turco, responsabile Welfare per i Ds, nel presentare il convegno milanese del 2 aprile Famiglie che contano, e L?amica di famiglia, una legge quadro a sostegno delle responsabilità familiari. “Tutti lamentano la bassa natalità”, spiega, ma “farsi una famiglia e mandarla avanti è molto difficile”. Quali proposte, dunque? Uno degli obiettivi della ?legge amica? è, dice il suo slogan, “fare pace tra lavoro e famiglia” attraverso una flessibilità del tempo di lavoro e una forte rete di servizi alla persona. La legge sui congedi dei genitori (la 53/2000) va applicata e migliorata, grazie a un assegno di maternità portato al 100%, il sostegno alla cura di persone disabili gravi, l?adozione e l?affidamento. Ma per sostenere la maternità e la paternità e promuovere la conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare servono misure concrete, stanziamenti e riforme. Ecco perché, tra le novità della legge, c?è la Carta del bambino (ogni bambino e bambina riceve al momento della nascita la Carta dei congedi sulla quale vengono registrati i periodi di congedo fruiti dai genitori); un mese di congedo pagato all?80% della retribuzione per il padre; l?incremento dell?assegno di maternità oggi di mille euro (da 1.500 a 2.500 euro). E altri due strumenti monetari fondamentali: primo, l?istituzione dell?assegno per il sostegno delle responsabilità familiari in sostituzione dell?attuale assegno al nucleo familiare, forte di due parti: un trasferimento pari all?attuale assegno aumentato del 10% e la detrazione Irpef annuale per figli minori a carico di cui godrebbero anche le famiglie fiscalmente incapienti, cioè con reddito inferiore al minimo imponibile. Secondo, l?istituzione della Dotazione di capitale per i giovani con cui, al momento della nascita, lo Stato apre un conto individuale vincolato a favore del neonato e, tenendo conto delle condizioni economiche della famiglia, lo alimenta fino al compimento del diciottesimo anno d?età con un contributo annuo di mille euro in media per bambino. Al compimento del diciottesimo anno, infatti, il giovane può utilizzare la dotazione accumulata (erogata da una banca o altro istituto finanziario previa convenzione con lo Stato) per finanziare periodi di studio o di formazione professionale, ricerca del lavoro, avviamento di attività imprenditoriali, acquisto della prima casa (la cifra va restituita a tasso zero in vent?anni).


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