Famiglia

Chi adotta fa il bene comune

«L’adozione ha valore non solo per i bambini e le famiglie. È anche un formidabile strumento di politica pubblica». Sul numero del magazine in distribuzione, l'analisi della Garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano, che per la prima volta parla della sua esperienza privata di madre adottiva

di Filomena Albano

Mia figlia è nata in un Paese lontano e quando lei è nata io non c’ero. È accaduto tanto tempo fa ma il ricordo di quei giorni è nitido e fermo, come se si trattasse di ieri. Incontrarla è stato guardarla negli occhi e riconoscerla all’istante, pensare che mia figlia non poteva che essere lei e che diventare mamma così, dopo tante avventure, era stata la gioia della mia vita. Le emozioni possono essere condivise, ma quelle più intime fanno parte della storia delle persone e delle famiglie che hanno conosciuto l’adozione. Si tratta spesso di un’esperienza corale che coinvolge zii, nonni, amici, colleghi. Di una risorsa che, da individuale, diventa collettiva e che negli anni ha costituito per l’Italia un patrimonio di solidarietà. In queste mie brevi riflessioni l’esperienza privata — che condivido per la prima volta con i lettori — e l’esperienza pubblica si contaminano, per trasmettere la speranza che il patrimonio di vissuti, professionalità, storie e affetti, consolidato negli anni in cui l’Italia è stato il secondo Paese al mondo per l’adozione internazionale, non vada disperso.

Perché, come sanno bene le famiglie che hanno vissuto questa esperienza straordinaria, l’adozione dà la vita non solo ai bambini ma anche ai genitori ed è ricchezza per un intero Paese. È una delle espressioni più alte di solidarietà sociale e di comunanza tra persone che sono disposte ad abbracciare una genitorialità consapevole.

È, allo stesso tempo, segno tangibile della predisposizione ad aprirsi verso l’altro, verso realtà spesso lontane, non solo da un punto di vista geografico. E proprio perché rappresenta l’incontro tra l’aspetto privato e l’aspetto pubblico, tra un amore che si costruisce e si sceglie ogni giorno e la consapevolezza di svolgere una funzione sociale alta, l’adozione internazionale deve essere adeguatamente nutrita, sostenuta e valorizzata.

In Italia la realtà dell’adozione, pur diffusa, continua a non essere percepita nella società come ordinaria. Per tale motivo, spesso, chi adotta si trova a vivere in una dimensione di unicità che rende difficile comunicare la propria esperienza. Eppure è chiaro il valore dell’adozione quale strumento a favore dell’infanzia, realizzando concretamente il diritto fondamentale dei bambini e delle bambine ad avere una famiglia.

Quelle che nascono attraverso l’adozione sono famiglie che mettono in discussione il concetto di famiglia basato sul legame di sangue. Sono famiglie di cuore. È dunque doveroso mettersi loro accanto, perché solo “legandosi” solidalmente si crea la possibilità di accompagnare la crescita dei bambini e di offrire loro una base affettiva per sviluppare i propri talenti. Per tali motivi l’investimento sulle reti territoriali, istituzionali e associative, che si occupano di preparare all’adozione e di offrire servizi di post adozione, è cruciale. Lo chiedono le famiglie e lo chiedono gli operatori. Ma, soprattutto, è centrale per il benessere dei bambini e delle bambine adottati, anche in chiave preventiva per evitare che situazioni di fragilità e vulnerabilità possano…


Per continuare a leggere clicca qui

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.