Formazione

Chernobyl, 22 anni dopo

Il 26 aprile l'anniversario della catastrofe nucleare. Iniziative a Cagliari

di Redazione

Ventidue anni fa il 26 aprile 1986, la catastrofe di Chernobyl. L?effetto immediato della catastrofe nucleare è paragonabile all?esplosione simultanea di più di 100 bombe nucleari analoghe a quelle che nel 1945 avevano sterminato Hiroshima e Nagasaki. Le nubi radioattive hanno toccano ben 20 paesi, ma la Bielorussia è stato il paese che ha subito il colpo più devastante: il 70 % delle precipitazioni delle sostanze radioattive; la contaminazione di circa 3600 centri abitati con un quarto della popolazione,; la cancellazione dall?uso di 2,65 mila km2 dei terreni agricoli; l?inquinamento di un quarto del fondo boschivo nazionale e numerosi giacimenti di risorse naturali; lo sfollamento di 137 mila persone, 11 mila invalidi, di cui più di 1300 tra bambini ed adolescenti ? in totale più di 1,7 milioni reduci di Chernobyl, tra cui più di 360 mila bambini ed adolescenti. Circa 115 mila bielorussi parteciparono alla liquidazione delle conseguenze della catastrofe, sacrificandovi la salute e perfino le proprie vite. Chernobyl è causa gravissime patologie, tra cui tumori alla tiroide, emoblastosi, neoplasie maligne, mutamenti genetici. Si sta progressivamente delineando un aumento di malattie oncologiche, e non, che colpiscono sistemi endocrini e cardiovascolari. Gli impegni bielorussi a superare le conseguenze negative della catastrofe nucleare di Chernobyl sono riconosciuti nelle numerose risoluzioni dell?Assemblea Generale dell?ONU, che considera gli sforzi degli stati colpiti della catastrofe come la base fondamentale per vincerne i danni causati. Solo dal budget statale bielorusso per il 2007 ai problemi di Chernobyl sono stati assegnati più di 213 milioni di euro. A comparazione, durante tutti gli anni dell?indipendenza della Repubblica di Belarus (dal 1992) l?Unione Europea ha concesso in modo ufficiale a questi scopi poco più di 10 milioni di euro. Una grande attenzione viene riservata ai bambini residenti nelle aree contaminate. È in vigore il programma statale ?Bambini di Chernobyl?, che dà loro il diritto a ricevere gratuitamente l?alimentazione, le cure mediche e il risanamento, le preferenze nell?iscrizione alle università e borsa di studio. All?inizio del 2007 1,5 milioni di persone tra i residenti delle aree contaminate, liquidatori e sfollati risultavano sottoposti ai costanti controlli medici, di cui 220 mila bambini e 70 mila adolescenti. È stato creato un apposito Ruolo nazionale in cui registrare tutti coloro che abbiano subito danni sanitari dalla catastrofe di Chernobyl. Più dell?80% dei bambini di questi effettuano soggiorni terapeutici presso case di cura e colonie nelle zone del paese non contaminate. Le misure attuate in Bielorussia hanno consentito il raggiungimento della stabilizzazione nella statistica delle malattie di cui soffrono le popolazioni colpite da Chernobyl, mentre cresce il numero di quei bambini ed adolescenti cui stato di salute è in miglioramento. Fortunatamente, la Bielorussia non è rimasta sola di fronte all?abisso del disastro radioattivo, senza precedenti per la gravità delle sue conseguenze alla salute e vita umana, sistemi ecologici, sociali ed economici, patrimonio culturale. L?Italia è il maggiore partner della Bielorussia nell?organizzazione del risanamento dei bambini provenienti dalle aree colpite dalle conseguenze della catastrofe di Chernobyl. Negli ultimi 15 anni nell?ambito dei vari programmi di accoglienza temporanea sono stati ospitati in Italia più di 400 mila bambini, l?Italia accoglie da sola oltre il 50% di tutti i bambini bielorussi andati all?estero nell?ambito dei cosiddetti progetti Chernobyl che coinvolgono decine di paesi del mondo. Sono circa tre milioni gli italiani coinvolti a vario titolo nei programmi di solidarietà con la Bielorussia. Da ben 15 anni le famiglie sarde sostengono e aiutano i bambini bielorussi nell?ambito dei programmi di accoglienza che vedono ogni anno ospitati nell?Isola circa 1.000 minori provenienti dalla Repubblica Belarus nei mesi estivi e nel periodo Natalizio. Nel corso di questi anni, non c?è stato paese e città della Sardegna che non abbia avuto una famiglia che con generosità ha aperto le proprie case alle vittime di Chernobyl, aderendo al più grande progetto di solidarietà internazionale del dopoguerra. Le famiglie sarde organizzate in varie associazioni di volontariato, sono fra le più attive nel promuovere programmi e progetti di sostegno anche direttamente in territorio bielorusso. Oggi il progetto di accoglienza in Sardegna dei bambini bielorussi ha peculiarità originali, trasformandosi in una grande occasione di scambio culturale e di conoscenza reciproca: sono ormai abituali gli scambi studenteschi, le mostre e i concerti di artisti bielorussi, le visite di delegazioni, partecipazione a manifestazioni sportive a vari livelli. Il Primo Canale della TV Bielorussa ha dedicato alla Sardegna una serie di documentari di successo che hanno raccontato la cultura, le tradizioni, la natura, i monumenti dell?Isola, mai come in questo caso, la diplomazia dal basso nata attraverso i bambini, piccoli Ambasciatori di Pace, è stato lo strumento fondamentale di un rapporto di amicizia e di reciproca conoscenza che rende la solidarietà un valore concreto vissuto nel quotidiano! La Sardegna è protagonista di importanti progetti innovativi di cooperazione decentrata allo sviluppo, promossi grazie al sostegno della LR 19/96, strumento importante che sostiene la cooperazione sarda in molte parti del mondo. In particolare opera oggi a Minsk il Centro Italo-Bielorusso di Cooperazione e Istruzione Sardegna che si occupa di promuovere e coordinare le attività umanitarie, e l?Ente di Formazione Professionale ?Sardegna Global?, unico ente straniero in possesso di accreditamento del Ministero dell?Istruzione Bielorusso, ente di livello nazionale che forma ogni anno centinaia di giovani bielorussi nel campo edilizio, considerato uno dei migliori centri di formazione del paese che aiuta l?inserimento nel mondo del lavoro di tanti giovani orfani e provenienti da situazioni sociali disagiate.  


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