Cultura

cheFare, e ora si vota!

Sono 40 i progetti finalisti. Tutti di nuove imprese culturali, capaci di combinare innovazione e occupazione. Per due mesi potranno essere votati sul web. Quest’anno c’è una novità: i vincitori saranno tre

di Anna Spena

Finalmente si vota. Per i 40 progetti finalisti della terza edizione di cheFare è iniziata la corsa finale: per due mesi sarà possibile votare i progetti scelti tra gli oltre 700 presentati. Dieci tra questi, i più votati, incontreranno la giuria che alla fine sceglierà i vincitori dei tre premi da 50.000 euro. Chi si trova nella compagine dei 40 finalisti? ci sono molte piccole organizzazioni dinamiche al fianco di realtà più consolidate capaci di reinventare la propria progettualità. «Questi anni di lavoro gomito a gomito ci hanno insegnato che per chi partecipa alla fase di voto le dimensioni contano poco. Quello che conta veramente sono lo sguardo con il quale i partecipanti interpretano l’attivismo culturale e l’intelligenza con la quale interrogano le comunità», dice Bertram Niessen, tra i fondatori di cheFare. C’è chi è partito subito sprint come il progetto lanciato dallo studio di design della comunicazione FF3300, una scuola open source, «un luogo, dedicato all’innovazione, sociale e tecnologica, dove svolgere didattica e ricerca, follow-up del laboratorio di ricerca e coprogettazione XYLAB – nato nell’ambito dell’iniziativa Laboratori dal Basso promossa dalla Regione Puglia».

Tra i più votati delle prime ore c’è anche Tournée da Bar, proposta dall’Associazione Ecate. È un progetto che ha preso vita quattro anni fa e che vuole diffondere l’amore e la passione per il teatro, l’arte e la letteratura, in luoghi non convenzionali. Una vera e propria tournée che attraversa di sera in sera bar e locali cittadini portando lì i grandi classici della letteratura e del teatro.

Partenza brillante anche per WeAre Cinema, un dispositivo per progettare e gestire cinema di comunità basati sull’azionariato popolare e la partecipazione attiva alla vita dei cinema da parte di cittadini-azionisti. WeAre Cinema è proposta da Sandei, capofila dell’operazione di recupero di un ex stabilimento a San Vito dei Normanni, per farne un spazio pubblico per l’aggregazione, la creatività e l’innovazione sociale: l’ExFadda.

«cheFare3 ci dice che c’è sempre più voglia di relazione», spiega sempre Niessen. «Sta crescendo l’attenzione verso i pubblici: non più riceventi “muti” di verità elaborate in torri di cristallo e non solo semplici fruitori di prodotti chiusi e predefiniti. I pubblici sono sempre più al centro di reti di relazione che divengono il motore pulsante dell’iniziativa culturale».

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