Non profit

Che vergogna lo spreco di tanti grandi vini

di Redazione

«Mi indigna lo spreco, non tanto la ricchezza o la povertà». Le parole sono di Madre Teresa di Calcutta, riprese da Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, che a Roma ha presentato il rapporto sulla povertà. Sembrerà un paradosso, ma uno degli sprechi alimentari maggiori è quello dei grandi vini. Non esagero, ma credo che più del 50% delle grandi bottiglie di Barolo, Brunello di Montalcino e quant’altro vada perduto. E capita non di rado di sentirsi interpellare da qualche amico che s’è trovato tra le mani la cantina del nonno o del padre e non sa cosa farsene. E magari ci sono gioielli messi insieme da una vita e mai bevuti. Uno spreco: di soldi e di gusto, in nome di un collezionismo stupido.
Io dico che il Barolo andrebbe bevuto anche sul panino, e lo penso dopo averlo fatto nell’azienda Borgogno di Barolo, dove c’erano annate molto lontane, anche quella dei miei natali, il 1961, superba, che aveva un valore di 550 euro. Tornando al rapporto sulla povertà alimentare m’ha colpito una domanda che chiedeva: «Se avessi mille euro in più al mese dove li spenderesti?». La risposta è stata: «Dal dentista e per acquistare cibi di qualità». Dunque la tensione verso il buono e il bello non è una faccenda di ricchi o di poveri, ma una cosa connaturata a ciascuno. Il Banco Alimentare sa di cosa parliamo, perché la cultura da cui nasce è quella della capacità di tenere presente tutto: dal bisogno alla bellezza; dalla fame al gusto, che non necessariamente devono fare a pugni. Per questo un grande enologo come Donato Lanati, che a Cuccaro Monferrato ha il suo centro di ricerca “Enosis”, ha accettato di imbottigliare il frutto delle sue sperimentazioni coi vari vitigni per il Banco Alimentare. Io ho assaggiato quel vino e l’ho trovato superbo, rotondo, importante. Non era un Barolo, ma quasi. Già: le cantine piene di vino invenduto perché non imitano Donato Lanati? Sarebbe molto più intelligente di chi pensa di svendere, a pochi euro, le bottiglie della nostra rampante ascesa nel mondo.

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