Mondo

Che succede se vince Menem. Ultimo tango a Baires

il 18 maggio si sceglierà tra il modello populista-liberista dell’ex presidente argentino e i programmi sociali di Kirchner.

di Paolo Manzo

Il Paese oggi più lacerato e ricco di incognite? Senza dubbio l?Argentina. Il primo grosso punto interrogativo è dato dai programmi elettorali dei due candidati che si contenderanno la presidenza il 18 maggio prossimo. Quello di Menem, come dicono da queste parti, «no existe», non c?è. Per rendersene conto è sufficiente dare una occhiata al sito ufficiale della campagna elettorale del ?turco?:  MENEM2003 Alla voce ?Planes de Gobierno?, programmi di governo, appare una scarna paginetta che analizza in modo assai critico e populista chi ha governato il Paese dopo gli anni 90, quelli di Menem. Di programmi economici, sanità, emergenza alimentare, riforma per le piccole e medie imprese, politica estera e scuola, non un rigo. E, in effetti, a parte la promessa di ritornare a un legame privilegiato con Washington e a una possibile dollarizzazione dell?economia, più volte vagheggiata da Menem nei mesi scorsi, il ?turco? ha vinto grazie al solito ritornello: quando c?ero io al governo l?economia cresceva, l?inflazione non era un problema, l?Argentina aveva pochi poveri, un peso valeva un dollaro, l?Argentina onorava i suoi impegni internazionali, eccetera. Volete tornare a stare bene? Votatemi. Questo il succo del ?programma menemista? e, se si volesse attribuire uno slogan quello giusto sarebbe, «Il nulla al potere». Di tutt?altro tenore la proposta di Kirchner, l?uomo di fiducia di Duhalde, che ha inserito sul sito: Kirchner Presidente un programma dettagliato di 200 pagine incentrato sul recupero del capitalismo produttivo (alla Lula tanto per intenderci) e sulla riforma dello stato sociale. Il programma della formula Kirchner-Scioli sarà difficile da porre in essere ma, «por lo menos existe», almeno c?è, a differenza di quello della coppia Menem-Romero. Altra incognita, oltre ai programmi, è data dalle alleanze che i due contendenti stipuleranno. Elisa ?Lilita? Carrió ha dichiarato che non appoggerà mai Menem, garantendo il sostegno a Kirchner di quel 14% di argentini che l?hanno votata al primo turno. Un?alleanza naturale, quella tra il peronista sociale Kirchner e la cattolica di sinistra Carrió, che però rischia di non essere sufficiente. A rigor di logica, infatti, un?alleanza tra Menem, Lopez Murphy e Saá, garantirebbe al ?turco? la vittoria. Ma, probabilmente, ogni alleanza sarà ribaltata da quel 60% di argentini che ha promesso di non votare, neanche sotto tortura, per Menem. Anche per questo Kirchner ha buone possibilità di essere il prossimo presidente argentino.


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