Politica

Che Piano per la ripartenza è, se non c’è un piano per la natalità?

Non avremo una seconda occasione per far rinascere il Paese. E se la natalità è "il" problema dell'Italia, ecco la richiesta del Forum Famiglie: che ci sia nel Piano italiano per la ripartenza una voce esplicita, che per ogni ambito dica quanti di quei soldi vanno indirettamente per la ripresa della natalità

di Sara De Carli

Oggi il gruppo di esperti coordinati da Alessandro Rosina presenterà i risultati del rapporto di ricerca sulle conseguenze prodotte dalla crisi epidemiologica sulle nascite, sulla realizzazione dei progetti di vita da parte dei giovani e sulla condizione di benessere delle famiglie con bambini e adolescenti. In settimana è atteso anche il rapporto annuale dell’Istat, quello in cui ormai da anni scopriamo di battere ogni anno un nuovo minimo storico, ci stracciamo le vesti per qualche ora a suon di retorica sulle culle vuote e poi torniamo gli stessi di prima. Per questo lo diciamo già adesso, prima di avere i dati e gli studi: nel piano di spesa del Recovery Fund, un piano forte per la ripresa della natalità e di sostegno ai nuclei familiari ci deve essere. Tutti ormai abbiamo capito che un Paese senza bambini è alla lettera un Paese senza futuro, tutti ormai riconoscono che questo è “il” problema dell’Italia, da cui a cascate derivano un’infinità di altri problemi: se crolla la natalità crolla il sistema previdenziale, crolla il welfare, crollano i consumi, salta il sistema sanitario nazionale… perché di tutto questo restano solo i costi.

«Se questa è “la” nuova questione sociale, le risorse straordinarie di un Piano che non a caso si chiama Next Generation EU devono essere investite su questo, su un piano nazionale per la natalità», dice Gigi DePalo, presidente del Forum delle Famiglie. «C’è stato un tempo in cui eravamo gli unici a dirlo, adesso tutti riconoscono l’urgenza della questione, è un tema che può unire il Parlamento e Paese. Finora c’è stato detto “è vero ma non ci sono soldi”, adesso i soldi ci sono. Quando avremo di nuovo a disposizione 209 miliardi di euro? Non avremo un’altra occasione per far rinascere il Paese. Li abbiamo “non chiesti” in prestito ai nostri figli e nipoti, nel senso che noi abbiamo fatto un debito che loro pagheranno… e per cosa li usiamo? Li usiamo in grandissima parte per fare innovazione tecnologica e ambientale: saremo paese morto ma con le ferrovie innovative».

Capiamoci bene: «Certo che devono esserci l’ambiente, il verde, la tecnologia, l’innovazione… ma deve esserci un filo rosso che lega tutte queste azioni, un piano trasversale, un’idea di futuro e un’idea di Paese… Senza un equilibrio intergenerazionale non è possibile immaginare alcuna seria ed effettiva sostenibilità ambientale e innovazione tecnologica. L’impressione è che manchi proprio questa idea trasversale, manca la consapevolezza che il bene comune non è la somma dei migliori progetti che si possono fare nei vari ambiti».

La richiesta del Forum, che condividiamo, allora è semplice: che ci sia nel Piano italiano per la ripartenza una voce esplicita, che per ogni ambito dica quanti di quei soldi vanno indirettamente per la ripresa della natalità. Che si parli di verde, di tecnologie, di infrastrutture… tutto quello che si fa deve avere una impatto in termini di dare fiducia alle giovani coppie e di ripresa della natalità, quello deve essere il fil rouge e l’obiettivo trasversale di fondo. Non che le famiglie vengano derubricate alla sola voce “assegno familiare”. Questo significa avere una regia e una strategia. E questo significa riuscire a spiegare all’Europa che la politica per la natalità è innovazione ed è un investimento sul futuro. Perché non è vero che “meno siamo, meglio stiamo”.

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