Formazione

Che passione i ragazzi delle tendopoli

Lezione di matematica a L'Aquila

di Redazione

Enrico Cipollone ha trascorso l’estate nel campo di Colle Sapone: «Dal 12 luglio a fine agosto, 90 studenti ci hanno seguito mattina e pomeriggio sotto un sole da 40 gradi».
Il segreto? Districarsi
fra i numeri come Benigni con Dante«Professore», gli ha detto un giorno un alunno, «lei spiega la fisica come Benigni spiega Dante!». Lui, che aveva appena finito di raccontare come Eratostene avesse calcolato la circonferenza terrestre utilizzando solo un bastone e la sua ombra, di questo complimento ha fatto tesoro. E l’ha reso metodo: ha 38 anni e un’incontenibile passione per la matematica e la fisica il docente pescarese che, quando introduce i suoi studenti ai misteri dei numeri e dell’universo, colpisce nel segno come l’attore toscano. Forse per questo, dal liceo scientifico Leonardo da Vinci di Pescara il nome di Enrico Cipollone è arrivato anche a L’Aquila. Dove insieme ad alcuni amici docenti ha dato vita alla «Città dei ragazzi», un progetto promosso dall’associazione di insegnanti Diesse – Didattica e innovazione scolastica col sostegno del ministero dell’Istruzione. Per ricreare una città di persone vive dentro la città distrutta, Cipollone è partito dalla scuola.
Vita: Professore, di cosa si tratta?
Enrico Cipollone: Dal 12 luglio sino alla fine di agosto, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 18, nelle tensostrutture allestite al campo di Colle Sapone abbiamo organizzato attività didattiche e di aiuto allo studio per i ragazzi aquilani. Ci hanno dato una mano cento volontari fra insegnanti e studenti universitari provenienti da tutta Italia. Italiano, matematica, fisica, storia, inglese, giochi e canti per i più piccini, si è fatto un po’ di tutto.
Vita: Com’è nata l’iniziativa?
Cipollone: Alcuni amici aquilani ci avevano segnalato che, mentre per i più piccoli erano stati organizzati dei campi estivi, i ragazzi più grandicelli erano abbandonati a se stessi: bighellonavano e si lasciavano andare. Ci hanno chiesto aiuto.
Vita: Come hanno reagito i ragazzi?
Cipollone: Novanta adolescenti si sono presentati tutti i giorni alle 9 del mattino, durante il periodo estivo, con 40 gradi sotto il sole, per studiare. Le sembra poco?
Vita: Ci vuole molta passione. È facile comunicare l’entusiasmo per una disciplina?
Cipollone: È facile se ce l’hai: la passione per una materia appartiene a quelle cose che nessuno ti può dare.
Vita: Qual è, allora, lo scopo di comunicare un interesse?
Cipollone: Molti studenti arrivano in classe con l’idea che la matematica sia una materia per cervelloni, di quelle insomma che, se non sei portato, non ce la fai. Il mio compito è mostrare che si tratta “solo” di metodo.
Vita: Il suo qual è?
Cipollone: In fisica parto sempre da esperimenti di laboratorio e sviluppo le lezioni d’aula sulle questioni nate dalla pratica e dall’osservazione. In matematica, invece, cerco di sollecitare la discussione sulle possibili soluzioni dei problemi. In entrambi i casi, mi accorgo che la partecipazione c’è quando parto dalle loro domande anziché da una lezione preparata a priori. I ragazzi sono molto curiosi e aperti alle proposte nuove.
Vita: Il luogo comune dice che sono sempre distratti?
Cipollone: Forse proprio perché tutto ciò a cui si attaccano e di cui sono voraci non li sazia mai fino in fondo, continuano a cercare, se ne stanno con le antenne dritte per intercettare la proposta giusta. E quando la trovano ci si buttano con slancio.


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