Mondo

Che non profit, presidente

Sondaggi multimediali sui programmi per la lotta alla povertà, siti tradotti per le minoranze etniche e messaggi di posta elettronica alla società civile.

di Carlotta Jesi

«Chi tra gli aspiranti presidenti degli Stati Uniti farà di più per il non profit? Pensaci un attimo, clicca sul candidato che preferisci e, se sei indeciso, naviga con noi tra i loro programmi elettorali». On line e dedicati al Terzo settore? Possibile? «Sì», recita una scritta luminosa proprio sotto il sondaggio elettorale di www.zworkz.com, grande portale non profit con un occhio vigile alle intenzioni sociali dei futuri presidenti, «perché la corsa alla Casa Bianca nel 2000 si gioca nel cyberspazio e, per la prima volta nella storia d?America, passa davvero per favelas, centri di accoglienza per immigrati, charities, associazioni e centri per disabili». Tutti potenziali elettori, fanno notare i più scettici. Vero, ma evidentemente tanto potenti da spingere Al Gore, George W.Bush e concorrenti a dedicare agli esclusi d?America intere sezioni dei loro costosissimi siti elettorali. Come ha fatto Al Gore, il candidato democratico destinato a rimpiazzare Bill Clinton che ha creato il sito più interattivo, colorato e ricco di queste presidenziali (www.algore2000.com). Il suo programma sociale? Digitando ?non profit? nel motore di ricerca della sua pagina web appaiono immediatamente 41 risultati: accesso a Internet per le famiglie povere, promozione dell?occupazione per i portatori di handicap, finanziamenti alle organizzazioni non profit ed educazione contro l?analfabetizzazione solo per fare qualche esempio. Iniziative dai nomi incoraggianti e corredate dalle cifre esatte che l?aspirante primo cittadino degli Stati Uniti ha in mente di impiegare se sarà eletto. Che siano solo buoni propositi dell?ultima ora, il dubbio viene. Ma Bill Bradley, lanciatosi verso Washington dall?originario Missouri con diversi progetti per lo sviluppo delle aree urbane svantaggiate, prova con un curriculum dettagliato il suo interesse e impegno di lunga durata nella riqualificazione di sobborghi e aree con alto tasso di esclusione sociale. «Me ne occupo dal 1983», si legge, in inglese e spagnolo, sul suo sito www.billbradley.com. Che pubblica anche un resoconto dettagliato di chi, con quanti soldi, come e da quale stato sostiene la campagna dell?aspirante presidente. Lo spazio riservato a Terzo settore e società civile nella sua campagna on line? Un lungo elenco di soggetti da difendere: minoranze etniche, omosessuali, anziani, neri, giovani che lasciano la scuola prima del diploma, bambini portatori di handicap e famiglie povere. Incoraggiate, in questa gigantesca campagna elettorale appena agli inizi, a scegliere quale candidato votare leggendo cosa propongono per loro conservatori, repubblicani e democratici nei ?faccia a faccia? trasmessi in diretta su Internet. Vi partecipano tutti i candidati in lizza per un posto alla Casa Bianca: Al Gore, John S. McCain, Bill Bradley, Malcom Steve Forbes e anche George W. Bush. Che ha un sito web elettorale (www.georgebush2000.com) pieno di grafici sull?andamento della Borsa e dei suoi consensi, ma nulla sulla pena di morte e poco sui suoi programmi per accorciare la distanza che divide ricchi e poveri, sempre più numerosi, d?America. Per convincerli a scrivere il suo nome sulla scheda elettorale, sembra pensarla il giovane Bush, bastano i record raggiunti nel suo Texas: percentuale più bassa di bambini sotto il livello di povertà, solo 3%, 45% di mamme seguite con assistenza prenatale, 47% della popolazione con servizi sociali garantiti e grandi spese per proteggere l?ambiente. Chi di questi uomini, una volta presidente degli Stati Uniti, farà di più per il non profit? Quando il Partito non ama la Rete Programmi elettorali scaricabili da Internet? Candidati alle elezioni che si raccontano e rispondo alle domande on line? In Italia è ancora fantascienza. Anche se le elezioni regionali sono alle porte e non c?è discorso e comunicato stampa in cui non si faccia riferimento alle potenzialità occupazionali di Internet e new economy. In rete, i politici nostrani che aspirano a vincere le prossime elezioni, fanno una pessima figura: digitando i loro nome e cognome seguito da . it, com, org o net – operazione semplice e veloce che permette di trovare tutti i candidati alla Casa Bianca – ci si imbatte unicamente in un www.liviaturco.it in via di costruzione. Gli altri aspiranti consiglieri o presidenti regionali? Nulla, digitando nei motori di ricerca si ottiene solo un sito web in cui Massimo Cacciari dà lezioni di filosofia. Unica nota positiva in questo deserto cybernetico, www.luigicorbella.com, in cui Luigi Corbella, candidato di Alleanza Nazionale per Como spiega agli elettori il suo programma economico, sociale e ambientale.


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