Cultura

Che musica dall’Est con i Balkan Playboys!

Recensione del cd "Balkaninis" dei Balkan Playboys.

di Enrico Barbieri

Neanche il tempo d?inserire il cd nel lettore e subito si viene risucchiati nel vortice di una musica dal ritmo incessante, una giostra di suoni che non smetterà di girare fino all?ultimo pezzo. Balkaninis, esordio del gruppo dal nome smargiasso di Balkan Playboys, è un disco pieno d?energia e movimento, in cui domina la furia del ballo e dove di tanto in tanto ci si lascia anche andare a qualche momento di melanconia: una delizia tra il languido e il kitsch di cui sono capaci solo a est del Mediterraneo. Questi non sono i Balcani di Bregovich. L?orchestrazione è molto più asciutta e d?incursioni colte nella classica o nel rock non c?è traccia. Ci si muove tra Ungheria, Romania e Bulgaria, sulla cresta delle stesse note che da quelle parti ancora si usano per accompagnare matrimoni e funerali. La formazione dei Balkan Playboys ruota attorno al polistrumentista e compositore Nikola Parov, già animatore degli Zsaratnok, uno dei più estrosi gruppi ungheresi. Largo spazio ai fiati e agli strumenti a corda, tra cui anche alcuni poco conosciuti come l?antico gadulka o il kaval, un flauto che viene da un oriente ancora più lontano e che parla di pastori, montagne, di migrazioni verso ovest, serate blu, stelle e fuochi. Su tutto scintilla quell?ironia bruciante tipica dei popoli balcanici: il carattere di questa gente dall?occhio malandrino e il sorriso beffardo, sempre pronta a far ripartire le danze, nonostante tutto.

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