Cultura

Che fregatura.bnon posso dire “uffa” bo “vaffa” a nessuno

di Redazione

La lingua araba è una lingua molto educata. E così qualsiasi sfumatura negativa assume contorni drammatici. Specialmente nel dialogo con i genitori di Layla Joudè U na delle prime domande che mi rivolge un ragazzo italiano quando scopre che parlo l’arabo, è quella di insegnargli una parolaccia. E vi posso assicurare che io non so mai cosa rispondere visto che… non le conosco. Quello che so è che qualsiasi insulto o sproposito pronunciato in lingua araba risulta ancora più offensivo rispetto a quanto possa esserlo in italiano. Pensate semplicemente al fatto che dare dell'”asino” ad un arabo è una delle offese più pesanti che potreste fargli. Figuratevi un vaffa?

Come parlare ai genitori
Anche quando ci si deve rivolgere ai genitori, la situazione diventa delicata: mentre in italiano ci azzardiamo a dire, anche solo con tono ironico, al proprio padre « tu proprio non capisci!», se provassimo a farlo in arabo ci ritroveremo a farci lavare la bocca con il sapone. Se agli estranei è meglio non dire «Vaffa», ai genitori è meglio non dire neppure «Uffa». Nel Corano, infatti, c’è un versetto in cui si vieta ai figli di dire «Uffa!» ai genitori: è la sura Al-Isrà in cui vi è scritto: «…e non li rimproverare e parla loro con rispetto». Inoltre esiste un detto di Maometto in cui il Profeta maledice colui che «insulta suo padre e ingiuria sua madre». Il semplice «adesso non ho voglia mamma, dài fallo tu!» è forse una delle frasi più dette dai figli in italiano, e sicuramente non suona così irrispettoso come pronunciato in lingua araba.

Parlare ai nonni
Molte volte quindi, quando ci si deve rivolgere ad un genitore o ad una persona più matura, si cerca di utilizzare il “linguaggio adatto” per esprimere il proprio concetto.
Invece, quando ci si rivolge ai nonni, la parola d’ordine è “na’m” che non significa semplicemente “sì” ma implica anche un certo rispetto verso l’interlocutore.

Mai dire no
In una conversazione tra due arabi,il tono vanta un’incidenza molto marcata. La lingua araba ha termini che suonano molto dolci, come tesoro o amore che ormai sono diventati degli intercalari, ma anche piuttosto duri: il “No!”, che noi in italiano pronunciamo con totale tranquillità, assume un tono severo pronunciato in arabo, ma soprattutto non è considerato una risposta educata.

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