Sostenibilità

Che fine hanno fatto i No-Global?

Non si vedono più le grandi manifestazioni a cui eravamo abituati, le bandiere della pace sembrano fuori moda: tutto finito?

di Redazione

Soltanto un centinaio di persone hanno protestato al di fuori dell’ultimo meeting primaverile del Fondo Monetario Internazionale per richiedere la cancellazione del debito per i paesi poveri, annota un editoriale della BBC.
Uno stridente contrasto rispetto a pochi anni fa, quando sembrava che non ci potesse essere summit dell’istituzione finanziaria globale senza qualche migliaia di manifestanti in strada.
La manifestazione pacifica di questi giorni cade esattamente 5 anni dopo le dure repressioni della polizia americana a Washinton DC, quando centinaia di persone vennero arrestate, quando a Seattle sfilarono 100.000 persone; in un paio d’anni si successero numerose proteste, a Praga, Davos, Londra, Genova, i milioni di persone in piazza per la pace nel 2003.

Dove sono finiti tutti questi movimenti?

In Gennaio, mentre a Davos si celebrava il World Economic Forum, centinaia di migliaia di persone si sono ritrovate dall’altra parte del mondo per il World Social Forum di Porto Alegre.
Il quale, da quando ha preso il via nel 2001, è riuscito a resistere alla campagna di denigrazione mediatica che lo voleva associare alle frange più estremiste e violente dei cosiddetti no-global, offrendosi come una grande piattaforma per migliaia di campagne e proposte alternative ai forum dei potenti.
A quanto pare, al tempo della protesta sta seguendo un periodo più dimesso, di lavoro locale, ognuno all’interno delle proprie organizzazioni nel tentativo di fare politica, dal basso, come gran parte dei manifestanti venuti clamorosmente alla ribalta gli anni scorsi, hanno sempre fatto.

Così, lontano dai riflettori, passa sottotono in Italia anche l’esito del processo nei confronti degli agenti di polizia incriminati per i fatti della scuola Diaz a Genova, dove sembra sempre più vicina e possibile una condanna taciuta dai media. Gli stessi media che avevano massacrato agli occhi dell’opinione pubblica la piazza di quegli anni, senza voler distinguere i Black Bloc dai volontari di manitese.

A settembre il meeting del FMI avrà per la prima volta Paul Wolfowitz, uno dei falchi più discussi dell’amministrazione Bush, come nuovo presidente della Banca Mondiale.
Resta da vedere se la mossa chiaramente politica della sua nomina inasprirà nuovamente il conflitto tra la superpotenza e la grande opinione pubblica mondiale.

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