Volontariato

Che fatica crescere senza capitali

Federsolidarietà: il boom delle imprese sociali si fermerà per buchi di bilancio. E gli strumenti finanziari? Ci sono, ma... Vilma Mazzocco

di Redazione

l 31 dicembre 2004 Federsolidarietà contava 3.947 adesioni, (3.760 cooperative e 187 consorzi), 2.557 delle quali di coop di tipo A (pari al 68%) e 1.203 di tipo B (32%). Le cooperative aderenti a Federsolidarietà, complessivamente, costituiscono il 55% della cooperazione sociale in Italia. Per rappresentare appieno il nostro dinamismo, si pensi che dal 2003 al 2004 l?incremento delle nostre associate è stato dell?8%, e ancora più significativa è stata la crescita degli occupati, pari al 14%, con la creazione di circa 15mila posti di lavoro. Oggi rappresentiamo il 60% degli addetti nella cooperazione sociale e oltre il 13% dell?occupazione nel non profit. Le nostre cooperative danno lavoro al 3% dei disabili occupati nel Paese, con una capacità di inserimento di oltre 25 volte superiore al resto del sistema economico. Sono dati che testimoniano quanto il sistema delle nostre cooperative sia lanciato verso una crescita importante, che però rischia di essere rallentata se non si riuscirà ad affrontare problemi sempre più seri. Le imprese cooperative subiscono la dilatazione dei tempi di pagamento da parte degli enti pubblici e la diminuzione dei margini, e hanno difficoltà a raggiungere equilibri patrimoniali e finanziari. La fonte storica dell?accumulazione patrimoniale per le coop sociali, il non godimento degli utili, non è stata sufficiente a sostenere la capitalizzazione e il ritmo degli investimenti, malgrado l?aumento di capitale medio e sottoscrizioni dei soci. Il convegno di Federsolidarietà sul sistema della finanza e la cooperazione sociale del 25 febbraio ha approfondito questi nodi cruciali grazie ai tanti contributi (Federcasse, Fondosviluppo, Cosis, Cfi, Banca Etica, Banca Intesa, Cgm Finance, Sviluppo Italia, Solidarfidi Veneto). Lo sviluppo della cooperazione sociale oggi non può prescindere da quello di una finanza specializzata sensibile alle peculiarità del sistema e in grado di confrontarsi con esso. Già esistono esperienze positive: il progetto Fertilità di Sviluppo Italia – che ha finanziato 130 imprese in tre anni – o i servizi finanziari dei consorzi fidi che agevolano la concessione di crediti per miglioramento e il potenziamento dell?attività delle coop sociali. O ancora agli impegni di Fondosviluppo nella gestione del fondo di solidarietà intercooperativa e di Cosis che ha finanziato 450 progetti creando valore economico-sociale in senso ampio. Infine, il sostegno di Cfi alle coop sociali con la legge Marcora e l?attenzione che le Banche di credito cooperativo hanno dedicato al terzo settore con finanziamenti annui pari a 400 milioni euro. Prendendo spunto da questi risultati, si è ribadita l?esigenza di favorire un dialogo tra finanza e cooperazione sociale, che permetta a queste realtà di comprendersi sempre meglio. Occorre un sostegno al consolidamento delle cooperative con investimenti di medio e lungo periodo. E sono necessarie misure di sostegno alla capitalizzazione e strumenti – in primo luogo legislativi – che consentano di utilizzare il capitale di rischio, oltre a quello di credito. Vilma Mazzocco (presidente di Federsolidarietà)


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