Marta Ottaviani non è solo sul pezzo; è anche sul territorio. Sta in Turchia dal 2005, parla la lingua locale, ha visitato tutti gli angoli del Paese, e vive nel suo vissuto quotidiano le contraddizioni di un Paese che oscilla tra modernità e tradizione. Una postazione ottimale per dare al lettore quello che l’autrice stessa descrive come «le chiavi utili» per capire come sta cambiando la Turchia, Paese dove i processi sociali mutano con una rapidità che spesso sfugge agli osservatori esterni e che l’Europa si sogna. Ed è proprio qui la differenza tra il lavoro della Ottaviani e quello di altri esperti del Paese della Mezzaluna: mentre molti giornalisti ed analisti interpretano la realtà complessa della Turchia da comodi uffici a Roma o New York o Bruxelles, lei la racconta dal vivo, in modo non conformista, mai banale, senza ideologia e senza pregiudizi, da tipica cronista da marciapiede.
Mille e una Turchia è un racconto a tappe tra le città turche. Di ogni città la Ottaviani descrive vizi e virtù, l’imprinting sociale, i punti di forza delle loro economie, le dinamiche che regolano i rapporti tra uomini e donne di culti diversi, la valenza dei massacri del passato nella costruzione del rapporto con l’Armenia e la Grecia, le materie che si studiano nelle scuole, i piatti tipici e la potenzialità del know -how e dei capitali che i turchi di seconda generazioni cresciuti in Occidente stanno portando in patria. Parafrasando il titolo di un film di Woody Allen, in Mille e una Turchia si può leggere tutto quello che avreste voluto sapere su questo Paese ma che nessuno ha mai osato o avuto la capacità di raccontare in modo così brillante e diretto e dal vivo.
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