Non profit
Che fare con chi non paga le quote
Nel caso dell'abbandono di due soci fondatori é consigliabile la convocazione di un'assemblea che rinnovi le cariche consiliari.
Da oltre un mese sono scadute tutte le tessere dei soci e hanno esercitato diritto di recesso due fondatori. Bisogna reintegrarli? La mancanza di un corpo sociale determina l?estinzione? L?associazione sta organizzando una manifestazione per promuovere attività locali, partecipando a un bando della Regione Lazio che per l?ammissione richiede un atto costitutivo e uno statuto aggiornato. Nel caso si debba procedere al reintegro, serve una nuova registrazione all?ex Ufficio Registro? E. M. (email)
Alcuni aspetti del quesito non sono chiari, pertanto cerco di procedere con ragionamenti che possano risultare utili anche a chi presenta problematiche simili.
Sono scadute le tessere, i miei soci sono ancora tali? Qui le casistiche possono essere diverse. Non si può immaginare che i soci si siano segretamente riuniti con l?intento di non pagare la quota associativa; è forse più verosimile l?eventualità per nulla rara che l?amministrazione dell?ente non li abbia sollecitati a dovere, richiamandoli ufficialmente a sottoscrivere l?onere annuale. Non si è premuto abbastanza, forse, sul loro potenziale rischio, se morosi, di non aver più accesso a servizi dell?associazione, di non poter più esercitare l?elettorato attivo e passivo e di non aver più parola nelle decisioni prese in sede assembleare e consiliare.
Come prima prassi bisognerebbe leggere lo statuto. Qui, di norma, dopo le attività e le finalità si parla con una certa diffusione di diritti e doveri dei soci. L?espulsione di questi dovrebbe essere spesso mediata da decisioni esplicite di organi (consiglio, assemblea) e non lasciato ad automatismi. È anche vero che, nelle grosse associazioni, quando i sodali si contano a migliaia, ha più senso far prevalere l?esclusione automatica, conseguente a un mancato rinnovo della tessera. Ma se, come credo, non siamo in quest?ultimo caso e, in buona sostanza, non abbiamo bisogno di uno stadio per riunirci ma basta un buon cinema parrocchiale, evitiamo gli automatismi e troviamo delle soluzioni non standardizzate per dirimere le situazioni.
È abbastanza disdicevole il fatto che un socio non rinnovi la quota e non ci faccia sapere nulla sulle sue intenzioni. È disdicevole ma è anche la normalità. È bene agire in tre direzioni; scrivere le regole del gioco in modo da porre nel limbo (per un periodo definito) gli scrocconi. Chi non paga, non può esercitare fino ad avvenuto versamento i diritti del socio, escluso quello di accedere all?assemblea (se è il caso, privandolo temporalmente del diritto di voto). In secondo luogo, scrivere i nomi dei ritardatari nelle bacheche dell?associazione. Infine, permettere un accesso limitato (per statuto, nelle regole generali, e per regolamento, per i singoli servizi) ai servizi dell?associazione.
Chiariti questi aspetti, credo si debba un?ultima spiegazione al nostro lettore.
L?abbandono di due consiglieri deve essere interpretato alla luce del dettato statutario; lì dovrebbe esserci scritto che cosa fare in tale evenienza; nel malaugurato caso contrario, consiglio la convocazione di un?assemblea che rinnovi le cariche consiliari. Il suggerimento ha ancor maggior valore nel caso in cui un organo sociale non possa riunirsi perché impossibilitato, dalla fuoriuscita dei vecchi soci, a raggiungere un quorum costitutivo. Gli enti locali con cui intratteniamo rapporti convenzionati andranno avvisati del cambio di amministrazione.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.