Formazione

Che cosa serve alla scuola? Cinque priorità imprescindibili

La rete EducAzioni compie un anno, rilancia le sue proposte e dialoga con il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e la sottosegretaria al MEF Maria Cecilia Guerra. Appuntamento lunedì 28 dalle 15 alle 16 in diretta sulla pagina Facebook di Vita

di Redazione

Era il 17 giugno 2020 quando nove reti di organizzazioni impegnate nel campo dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, accompagnando i primi timidi segnali di ripresa dopo il lockdown, presentarono il documento “Cinque passi per contrastare la povertà educativa e promuovere i diritti delle bambine, dei bambini e degli e delle adolescenti”. Dopo mesi in cui i bambini erano stati sostanzialmente invisibili, la rete EducAzioni chiedeva una interlocuzione con il Governo (i suoi rappresentanti furono poi ricevuti il 6 luglio dal premier Conte) e azioni concrete, da mettere in campo con urgenza, «perché senza attenzione ai diritti dei bambini e degli adolescenti non può avvenire una vera ripartenza». Poli educativi per lo 0-6 anni, sotto il coordinamento del Ministero dell’Istruzione; scuole aperte e comunità educanti; una offerta educativa personalizzata già a partire dall’estate per recuperare i gap formativi; l’allocazione del 15% del totale degli investimenti per il superamento della crisi in educazione; un Piano strategico nazionale sull’infanzia e l’adolescenza.

Un anno dopo, molte cose sono cambiate. Infanzia e adolescenza hanno avuto, nei mesi, un’attenzione maggiore: la consapevolezza di quanto investire sui piccoli sia strategico per il futuro del Paese si è fatta strada. Il nuovo Piano Infanzia è stato approvato dall'Osservatorio e sta facendo i successivi passaggi istituzionali, a livello europeo è stata lanciata la Child Guarantee che vincola l’Italia a destinare al contrasto della povertà educativa il 5% del Fondo Sociale Europeo, il PNRR ha un focus sull’infanzia e investe in maniera decisa sull’aumento della copertura dei nidi. Ma ancora non basta: questo deve essere il momento della concretezza. Per questo lunedì 28 giugno 2021, a partire dalle ore 15, la rete EducAzioni torna a sollevare l’attenzione sulla Scuola e sulle priorità urgenti e imprescindibili, anche alla luce delle risorse e possibilità aperte dal PNRR.

Cinque i punti che verranno affrontati in un dialogo on line, che verrà trasmesso in diretta dalla pagina Facebook e dal canale YouTube di VITA, in dialogo con il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e con la sottosegretaria al MEF Maria Cecilia Guerra.

Spendere per migliorare

Chiara Saraceno, ribadirà le questioni preliminari che devono fare da cornice a qualsiasi intervento di miglioramento della scuola, con un focus particolare sul pericolo che il calo demografico e la riduzione del numero di alunni siano una “scusa” per ridurre le risorse e dei finanziamenti. Senza dimenticare alcune criticità ancora presenti come le classi ‘pollaio’, frequenti nei primi anni della scuola secondaria di secondo grado o le cosiddette “classi ghetto”, circa un terzo di tutte le classi di ogni ordine e grado.

Ripensare gli spazi e la didattica della scuola

Un punto fondamentale da affrontare è l’edilizia scolastica: il patrimonio scolastico italiano è infatti sostanzialmente vecchio, con 53 anni di età media per le nostre scuole. Gli investimenti pur cospicui previsti dal PNRR non bastano per affrontare almeno le situazioni più gravi. Il rischio è quello che si favoriscano i progetti già pronti e non quelli davvero necessari. Nella ristrutturazione degli edifici scolastici dobbiamo essere in grado di cogliere l’occasione per iniziare a modificare, attraverso gli ambienti di apprendimento, anche il modo di fare didattica. Ne parlerà Andrea Gavosto.

Inquadrare il sistema integrato 0-6 nell’Istruzione e garantire target minimo di copertura in tutte le regioni

Emmanuele Pavolini ribadirà la necessità di arrivare al definitivo inquadramento dell’intero sistema integrato 0-6 all’interno del Ministero dell’Istruzione, istituendo una Direzione Generale dedicata (governance peraltro già prevista dalla normativa ma non ancora realizzata). È vero poi che il PNRR dà ampio spazio agli investimenti per i servizi educativi per la prima infanzia, ma il nostro obiettivo di copertura dei servizi non deve essere il 33% come media nazionale, bensì il 33% in tutte le regioni, in gestione pubblica diretta o affidati in convenzione. Serve inoltre garantire risorse costanti per la gestione dei servizi e l’accesso gratuito o semi-gratuito agli stessi.

Dispersione scolastica: serve un cambiamento strutturale della scuola

Per prevenire e contrastare la dispersione scolastica e la povertà educativa, con azioni di sistema che riguardano l’organizzazione e la didattica servono un cambiamento strutturale della scuola e la messa in campo di azioni credibili: da un numero ‘sostenibile’ in termini educativi di ragazzi/e per classe, all’estensione del tempo pieno a livello nazionale fino alla garanzia per ogni scuola di poter contare su di un organico stabile e funzionale. Ne parla Daniela Pampaloni.

Dare una risposta articolata alla crisi educativa

Raffaela Milano affronterà infine il tema della governance: per dare risposte efficaci è indispensabile comporre un quadro unitario degli investimenti derivanti dal PNRR, dalla nuova programmazione europea, dalla Child Guarantee e dalle risorse ordinarie del nostro Paese, definendo una funzione integrata di coordinamento tra i molteplici centri di competenza. È necessario inoltre un sistema di monitoraggio trasparente che contempli l’attivazione di poteri sostitutivi in caso di inadempienza e garantisca che la “messa a terra” degli investimenti avvenga secondo un approccio partecipativo, cooperativo e solidale.

Photo by Eliott Reyna on Unsplash

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