Welfare

Che cosa fare ora per le carceri. Indultino, per iniziare

Usciranno circa in 4 mila. Ma nelle prigioni italiane ci sono ancora 11mila detenuti oltre la capienza. Quindi...

di Redazione

Mentre la camera approvava l?atteso indultino, Sergio Segio e Sergio Cusani, insieme ai sindacati penitenziari (Cgil, Cisl, Uil, e Sappe) hanno subito rilanciato la questione carceri annunciando un pacchetto di proposte “che vogliono dare attuazione alle norme già in vigore”. Tra le proposte c?è l?aumento della liberazione anticipata, subordinata alla buona condotta, dagli attuali 45 a 60 giorni per semestre di pena scontata, ma anche la liberazione condizionale da rendere più facilmente applicabile. “Oggi tale istituto (che potrebbe essere applicato a coloro che hanno scontato almeno 30 mesi e comunque almeno la metà della pena inflitta, qualora il rimanente non superi i 5 anni)”, hanno spiegato Segio e Cusani, “è praticamente inutilizzato”. Si pensa, inoltre, a possibili modifiche della legge sulle sanzioni sostitutive “al fine di rendere le pene brevi scontabili in liberta? controllata”. L?obiettivo è quello di “dare piena e concreta attuazione alla legislazione esistente”, destinando risorse adeguate e rendendone meno discrezionale l?applicazione, ma anche “introdurre modifiche facilmente introducibili” all?impianto di norme che regolano la vita dei detenuti. Allo stesso tempo la sfida lanciata da Cusani e Segio, insieme ai sindacati penitenziari, riguarda il reinserimento dei detenuti, la formazione del personale e il sostegno alle vittime dei reati. In particolare per il personale si propone l?istituzione di un ?periodo sabbatico? per la formazione e qualificazione degli agenti; ovvero un?interruzione periodica e obbligatoria delle attività operative ordinarie, al fine di una formazione del personale specificatamente sui piani trattamentali”. Secondo il ?cartello? l?indulto e l?amnistia “rimangono la premessa necessaria a dare fiato al sistema penale e a quello penitenziario” così come, invece l?indultino “è incongruente e inefficace rispetto alle necessità”, ma in un?ottica meno legata all?emergenza, dicono: “Intendiamo portare avanti le nostre proposte coinvolgendo associazioni e sindacati per aprire un confronto con le forze parlamentari” Soddisfatto del primo passo approvato, Giuliano Pisapia, il primo firmatario della proposta. “Finalmente, dopo tante parole un passo in avanti per rendere più vivibili le nostre carceri e per garantire l?effettiva applicazione delle leggi approvate nella scorsa legislatura”. L?indultino, spiega Pisapia, è la premessa per gli interventi tesi “al riconoscimento della finalità rieducativa, e non solo punitiva, della pena: legge Gozzini, incompatibilità fra Aids e carcere, legge Smuraglia sul lavoro dei detenuti, legge sulle detenute madri”. “Certo, si poteva fare di più”, ha riconosciuto Pisapia, che però ha ricordato “le resistenze di An e Lega, sia di alcuni esponenti del centrosinistra”. Decisivo il sostegno dei Ccd, in particolare del presidente della Camera, Casini.


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