Cultura

Che chance il contatto a tu per tu

Perché il marketing fa bene a puntare sul sociale

di Giuseppe Ambrosio

Il mondo della grande distribuzione è in fermento ?sociale? nonostante la crisi dei consumi, e forse non è un caso. Da qualche anno ormai, e i dati del nostro osservatorio lo confermano, l?impegno a favore della collettività è diventato un elemento basilare delle strategie organizzative e di marketing del mondo della grande distribuzione. Sono almeno tre gli elementi che ci aiutano a definire il quadro: la struttura propria del business, la diffusione territoriale e i luoghi.

La grande distribuzione per sua natura è un centro in cui si raccordano gli interessi delle società produttrici di beni di largo consumo e gli interessi dei consumatori/clienti, è quindi una tipologia aziendale che può far emergere, analizzandole e sostenendole, le principali cause sociali di coinvolgimento della comunità rispetto alle quali poter impostare una progettualità e un intervento comune; in pratica l?azienda della grande distribuzione può essere il playmaker sociale della filiera produttiva di beni di largo consumo. Il caso più eclatante è quello della Colletta del Banco alimentare che nel 2005 ha raccolto 8.100 tonnellate di cibi coinvolgendo oltre cinque milioni di consumatori.

L?azienda della grande distribuzione è poi presente capillarmente sul territorio, secondo una logica di diffusione nazionale oppure locale. Questo elemento consente la potenziale vicinanza alle comunità di riferimento rispetto alle quali c?è un obbligo economico-aziendale, oltre che morale, di sostegno al benessere sociale. Si pensi a quanto una collaborazione con le strutture della comunità dedicate alla prevenzione della devianza minorile potrebbe giovare in termini di comportamenti virtuosi sociali, perciò anche di consumo.

Infine i luoghi. Per le organizzazioni non profit è sempre più difficile entrare in contatto e poi successivamente gestire le relazioni con i propri sostenitori perché il luogo fisico dell?incontro si è nel tempo modificato, si è svaporato. All?inizio la relazione diretta ad personam, poi quella attraverso il mailing e il telemarketing, poi quella multimediale con internet, per tornare alla fine alla necessità di impostare un contatto fisico, e allora i luoghi della grande distribuzione diventano un modo per incontrare potenziali sostenitori o volontari, una sorta di contact center che gestito in maniera intelligente dalle organizzazioni non profit potrebbe essere di grande aiuto a dare un?anima a luoghi che spesso un?anima non hanno.

di Giuseppe Ambrosio,
direttore Vita Consulting

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.