Cultura

Che catastrofe a questa contabilit

Funzionari-gourmet a Tirana, container a spasso per l'Italia, fatture mancanti, rendiconti approssimativi: la macchina del professor Barberi è fallita e ha generato mostri.

di Gabriella Meroni

Altro che trasparenza. I conti della Protezione civile in Albania sono trasparenti come i fogli di giornale su cui è stata annotata la contabilità del campo di Valona da parte di Simonelli e Tenaglia. E se nel loro caso si parla di contatti impropri con mafiosi e di 80 milioni transitati dai conti personali, allargando lo sguardo a tutta la contabilità “albanese” della Protezione civile c’è da mettersi le mani nei capelli. Sprechi e approssimazioni sono all’ordine del giorno, e per scoprirlo basta consultare, come abbiamo fatto noi, il “rendiconto” a settembre 1999 delle spese sostenute, che pubblichiamo qui e che è consultabile al sito Internet www.protezionecivile.it/arcobaleno/testo.htm.Qualche esempio? Gli uomini della sala operativa di Tirana, una squadra di poche decine di persone che in totale ci è costata oltre 2 miliardi e mezzo tra vitto alloggio e spese varie, mentre nei campi italiani si risparmiava sulle cipolle, spendevano 730 milioni per mangiare due volte al giorno nei migliori ristoranti della capitale; quando alla fine della guerra 405 container sono stati donati all’Albania, per movimentarli all’interno del porto di Durazzo ci sono voluti 400 milioni, versati alla ditta Tilli di Caserta, la stessa che si era attirata gli strali di Striscia la notizia per aver mosso con i camion da Pizzighettone i container abbandonati che avrebbero potuto benissimo transitare su rotaia. Si vede che alla Protezione civile ci sono affezionati. E ancora: quasi 5 miliardi spesi genericamente “per i campi profughi” in Albania di cui non si ha alcuna specifica; i diciotto miliardi stanziati dal governo per le spese oltre Adriatico la cui contabilità otto mesi dopo la guerra non è ancora stata chiusa. Nessun controllo in itinere, nessuna spesa effettuata in Albania che sia stata ancora fatturata. «Abbiamo le carte bloccate dai magistrati di Bari», si giustificano alla Protezione civile. Adesso la rendicontazione la faranno loro. I container Qui è sintetizzato il movimento dei 2850 container complessivamente gestiti dalla Protezione civile, di cui fanno parte anche i famosi 914 stoccati al porto di Bari. In generale, un container su tre non è andato ai profughi per il repentino concludersi della guerra e dell’afflusso dei kosovari in Albania; altri 405 container sono rimasti in Albania come donazione italiana a quella popolazione, mentre 235 sono rientrati in Italia il 2 agosto perché non più utili o utilizzabili. Container gestiti dalla Missione 2.850 Di cui donati da privati o aziende 2.103 Approntati dalla Protezione civile 598 Raccolti dai 4 “Treni per la vita” 149 Destinazione e utilizzo Container spediti in Albania 1.457 di cui tornati in Italia perché non utilizzabili 235 Donati agli albanesi 405 Spediti al centro di Comiso 472 Inviati in centri per profughi in Bosnia 199 Utilizzati nei centri per profughi in Puglia 43 Rimasti a Bari dopo la fine della guerra 914 DOPO BARI. Dopo lo scandalo, la Protezione civile chiede aiuto al commissario Vitale che stipula un accordo con tre ong (Cesvi, Intersos, Avsi) per l’esame dei container. Dopo l’accurato controllo delle ong i container si rivelano non 914 bensì 922. Ma la Protezione civile non se n’è ancora accorta (vedi sopra). Ecco comunque dove sono finiti: Container inviati in Turchia 468 Nei Balcani tramite le ong 206 A centri profughi in Italia 151 Alla riserva della Protezione civile 52 In discarica 45 Totale 922 I campi in Albania Kukes 1: (Area in affitto): aperto il 7 aprile, ha accolto fino a 6.000 profughi. Completo di ospedale da campo gestito dalla Cri, con 100 posti letto. Cucine da campo e un forno per il pane assicuravano i pasti. Chiuso il 4 agosto. RRASHBULL: (Area demaniale): aperto l’11 aprile, ha ospitato 2.500 persone, distribuendo viveri anche a famiglie albanesi che gravitavano nell’area. Con presidio medico e di cucine da campo. Chiuso il 9 luglio. KAVAJE: (in affitto): aperto il 7 aprile ha ospitato fino a 5.700 profughi. Completo di presidio medico gestito dalla Cri. Attivate le attività scolastiche e sociali. Cucine da campo sempre gestite dalla Cri. Chiuso il 2 agosto. TIRANA: (Area privata dei Salesiani): aperto l’11 aprile, ha ospitato fino a 1.000 persone. Completo di infermeria è stato utilizzato anche come centro di assistenza per profughi in transito da Tirana. Dotato di cucine da campo e di infermeria. Chiuso il 2 agosto. SHIJAK: (in affitto): aperto il 16 aprile, ha ospitato fino a 1.100 persone. Con infermeria e di cucine da campo. Chiuso l’11 luglio. Kukes 2: (in affitto): aperto il 16 aprile, ha ospitato fino a 6.000 persone. Si appoggiava al centro medico di Kukes 1. Cucine da campo e posto sanitario. Ceduto in gestione all’Unhcr il 6 maggio. Chiuso ai primi di luglio. VALONA: (demaniale): aperto il 28 aprile, denominato “Villaggio delle Regioni” perché realizzato in collaborazione con 10 regioni italiane, ha accolto fino a 5.200 profughi. Con ospedale da campo gestito dall’Associazione Nazionale Alpini, che ha svolto anche assistenza medica per la città di Valona, e di diverse cucine da campo. Chiuso il 10 luglio. CAMPO BASE VOLONTARIATO: (in affitto presso Durazzo): tendopoli per le esigenze del volontariato e del CFS. Chiuso il 2 luglio. SCUTARI: (Area privata): il Centro è stato installato dalla provincia e del comune di Modena in un edificio riqualificato. Ha ospitato fino a 300 profughi. LEZHE – CAMPO MILANO: (demaniale): ha accolto fino a 2.100 profughi. Completo di infermeria e di mensa. Gestito da Intersos. LEZHE SHENGIIN: (Area demaniale): ha ospitato fino a 900 persone. Gestito da Intersos. Il campo italiano Il campo di Comiso è l’unico della Protezione civile in Italia. Ha ospitato 6.000 profughi. Ecco come il Dipartimento indica l’utilizzo dei 472 container arrivati: 4 mancano all’appello. Gestione del centro 376 Donazioni a strutture locali di accoglienza 60 Rimanenza da reimpiegare 36 Di cui inviati in Turchia 12 Destinati a centri per profughi in Sicilia Calabria e Puglia 20 Avanzo non meglio specificato 4 Volontari e dipendenti Ecco il personale volontario e dipendente inquadrato all’interno della Protezione civile e organizzato territorialmente su base regionale. Questi 2.419 volontari “regionali” hanno operato a Kukes 2 e Valona, mentre quelli del Comune di Milano sono stati a Lezhe e quelli della Provincia di Modena a Scutari. Provenienza volontari dipendenti Abruzzo 214 52 Calabria 62 101 Emilia Romagna 48 35 Friuli Venezia Giulia 147 19 Lazio 51 0 Liguria 124 40 Lombardia 110 6 Marche 75 127 Molise 22 12 Piemonte 338 129 Sardegna 57 18 Regione Sicilia 72 86 Toscana 215 37 Umbria 91 61 Valle d’Aosta 126 102 Veneto 480 60 Provincia di Trento 151 54 Provincia di Modena 22 115 Comune di Milano 14 116 Totali 2.419 1.170 LA CROCE ROSSA: Importante il concorso del personale volontario della Croce Rossa Italiana, che ha gestito il campo di Kavaje, ed è stata presente con il primo presidio sanitario di Kukes, un ospedale da campo completo. La Cri ha garantito assistenza nei campi di Kavaje e di Kukes 1, impiegando 700 persone in turni di 20 giorni, 1 ospedale da campo, 2 postazioni sanitarie, 11 cucine e 47 automezzi e ambulanze. Sono stati inoltre inviati tramite nave circa 542.500 Kg. di materiali raccolti e pallettizzati. Volontariato indipendente Alcune grandi associazioni (Misericordie, Anpas) hanno assicurato la gestione completa di alcuni campi (sanità, mensa, logistica), e altre hanno prestato la loro opera nei diversi campi, assicurando, in taluni casi, il concorso di particolari professionalità. Menzione speciale ha meritato l’Associazione Nazionale Alpini che ha montato le tendopoli di Kukes 1 e Kukes 2, in condizione di estrema difficoltà e ha gestito la propria struttura ospedaliera d’emergenza presso il campo di Valona. ORGANIZZAZIONE N° VOL MEZZI Misericordie 980 260 ANPAS 960 300 ANA 523 40 Forza di Pronto Impiego del Vol. Lazio (FOPIVOL) 450 40 Gruppo Sardegna 265 30 PROCIV-ARCI 165 28 Scout AGESCI 130 13 AVCS 30 10 GUS 27 3 S.V.G. Caserta 24 12 ALASKAS 20 10 Vol. Prov. Potenza 20 6 Federazione Italiana Attività Subacquee 20 4 ASI 18 3 UNUCI 18 6 IRT 16 6 Associazione Naz. VVFF in Congedo 15 3 ANPD 14 0 Falchi di Pronto Interv. 13 4 Gruppo Comunale Montebelluna 10 3 Gruppo Comunale Sellano 10 2 Nucleo Parete 10 4 Torre Ardente 10 2 ALA 9 8 Federaz. ricetrasmiss.Citizen’s Band 8 2 AIROLA 7 2 NOPI 6 3 Due Fiumi 5 0 Monte Siri 5 1 Squadra Totale 4 1 Totale 3.792 804 I conti della protezione civile (al 6/9/1999) Con provvedimenti legislativi ed amministrativi la Protezione civile ha ricevuto una dotazione straordinaria di 65 miliardi di lire, destinati a coprire i costi della Missione. Ecco quanto è stato possibile sapere fino ad oggi: alcune voci di spesa non sono ancora definitive, in quanto a settembre alcuni servizi non si erano conclusi, come la movimentazione dei materiali donati all’Albania o dei container stoccati a Bari e per altri erano in corso di ricevimento le relative fatture (in particolare il trasporto via nave del personale e dei mezzi del volontariato e delle Ong). Questo tuttavia è l’ultimo rendiconto disponibile. I COSTI SOSTENUTI IN ITALIA (in milioni di lire) Acquisto di materiali urgenti per l’emergenza (1) 4.261 dei quali per l’Albania 4.000 per il centro di Comiso 258 Acquisizione di servizi (2) 20.703 di cui per il trasporto dei materiali fino in Albania 13.833 Rimborsi alle Regioni (3) 2.500 Oneri impiego volontariato (4) 11.865 Oneri per il personale (missioni etc.) 1.075 Rimborsi alla Croce Rossa Italiana 2.788 TOTALE 43.192 (1) Materiale per telecomunicazioni, coperte, brande e materassi, sacchi per spazzatura, estintori, stoviglie in plastica, acqua, viveri e farmaci di tipo particolare, apparecchiature tecniche (decespugliatori, idropulitrici ecc.), protezioni per operatori (guanti, mascherine), attrezzature informatiche. (2) Sono ricompresi in questa voce, molto pesante, la raccolta, il confezionamento e il trasporto via terra e via mare dei materiali conferiti negli 11 centri in Italia ma anche la movimentazione dei container nel porto di Bari fino alla loro destinazione finale. (3) Costo del personale sanitario dipendente dalle Asl e impiegato a Valona. (4) Spese per il trasporto sulle navi per l’Albania, rimborsi ai datori di lavoro per l’assenza dal servizio (spesa stimata), rimborsi per le spese di carburante e di autostrada; spese per assicurazioni, spese per la riparazione di danni ai mezzi (spesa stimata). I conti dello scandalo Alcune spese sono state sostenute direttamente in Albania: sistemazione delle aree per le tendopoli, affitti, lavori realizzati per le reti di servizio (luce, acqua, fogne), acquisto di materiali urgenti, realizzazione delle strutture logistiche, acquisto di dotazioni informatiche, costi per l’alloggio del personale e dei volontari impegnati presso la sala operativa di Tirana. Su queste spese, solo stimate e senza fatturazioni finali, sta indagando la procura di Bari. Il governo stanziò 18 miliardi. COSTI SOSTENUTI IN ALBANIA (in milioni di lire) Spese per i campi (affitti, lavori e gestione) 13.638 Alloggio del personale 1.111 Catering del personale e dei volontari 728 Spese generali di funzionamento (1) 717 Movimentazione materiali a Durazzo 965 Stima costo carburante elicotteri 380 Supporto al ponte aereo dalla Macedonia 165 totale 17.704 (1) Spese di affitto, attrezzatura e gestione della sala operativa di Tirana, per il carburante e per i campi (cartellonistica, dotazioni informatiche, cancelleria). LE SPESE PER I CAMPI (in milioni) Campo sp. per lavori sp. gestione Kavaje 1.268 117 Kukes-1 142 251 Kukes-2 98 ricomprese in Kukes 1 Rrashbull 466 41 Shijak 481 9 Valona 3.538 1.430 Tirana (don Bosco) 52 Totali 6.045 1.848 Altre spese vengono segnalate in ordine sparso per Durazzo (310 mln), Rrashbull 2 (810 mln), alcune “strutture gestite da religiosi italiani” a Lac (305 mln) e a Tirana (56 mln). Il totale di queste spese è di 9.374 milioni contro una spesa complessiva “per i campi” di 13.638 milioni (vedi tabella precedente). Come siano stati impiegati i 4.264 milioni che avanzano, non si sa. Spicca l’enorme differenza tra i costi del campo di Valona (5.200 posti) e gli altri: Kukes 1 e 2 insieme (12 mila posti) sono costati in tutto 491 milioni contro i 4.968 di Valona. Riepilogo generale Riepilogo generale (in milioni) Disponibilità finanziaria per la Protezione Civile 65.000 Spese sostenute (o in corso) in Italia 43.192 di cui acquisizione di materiali urgenti per l’emergenza 4.261 Acquisizione di servizi 20.703 Rimborsi alle Regioni 2.500 Oneri impiego volontariato 11.865 Oneri per il personale (missioni etc. ) 1.075 Rimborsi alla Croce Rossa Italiana 2.788 Spese sostenute (o in corso) in Albania 18.000 Rimanenza (stima provvisoria) 3.808   Rimborsi previsti ai volontari per i materiali (cifre in milioni) 3.667 Misericordie 250 ANPAS 315 Ass.ne Naz.le Alpini 2.425 (1) Prociv-Arci 177 altre organizzazioni minori 500 Croce Rossa Italiana 2.750 (2) Totale 6.417 (1) È il costo di riallestimento dell’ospedale da campo donato al Comune di Valona e alle autorità albanesi. (2) Strutture sanitarie non recuperate o non recuperabili (in particolare Kukes).


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