Che buono il coniglio con la Granaccia dorata

Come sono belle le cose fatte per bene, passo dopo passo, con il senso dell?ospitalità. M?è venuto in mente questo pensiero dopo aver passato una domenica in quel di Quiliano, paesino a ridosso di Savona, dove si produce un vino raro che evoca i viaggi di terra e di mare e gli scambi tra i popoli.

La Granaccia di Quiliano è una perla, un vino rosso col colore aranciato di certe facciate di case d?estate sul bordo del mare. Anzi, questo vino rosso, che una manciata di produttori hanno mantenuto in vita ereditando il vitigno grenache o alicante prodotto in Francia e in altre luoghi del Mediterraneo, ha il colore dell?albicocca matura. E qui, guarda caso, si produce una leggendaria varietà di albicocche, quelle puntinate, chiamate Valleggia, che un sindaco avveduto ha registrato con un marchio, arrivando a fare un?operazione simile a quella che conosciamo come denominazione comunale.

Anche se la De.Co. è una semplice delibera, un flatus vocis, afferma un?identità, dà l?avvio a un processo di marketing del territorio. Ad Albenga sarebbero quattro le De.Co. che meriterebbero, due sopra a tutte: gli zucchini trombetta e gli asparagi violetti. Ma stiamo parlando di rarità, che i produttori del luogo hanno ridotto al lumicino, benché oggi comprendano quanto siano importanti questi prodotti tradizionali sia per l?economia sia per il turismo. E diciamo la verità: a mezzogiorno a Quiliano siamo rimasti commossi quando il principale produttore di Granaccia, Innocenzo Turco, nel suo agriturismo ci ha dato quella crostata con la marmellata di albicocche locali a cui è dedicata una sagra alla fine di giugno. Abbiamo assaggiato anche il coniglio ripieno, superbo con la Granaccia, accanto alla cima ripiena, agli gnocchi (quelli veri) al tocco, e agli agnolotti che qui assumono le sembianze di un piatto sontuoso.

Già, come sono belle le cose fatte per bene, a due passi da Savona, in questo piccolo centro, profondamente italiano? che fa rima con Quiliano.