Ci mancava anche “Domenica In – L’Arena”, programma da quattro milioni di telespettatori, stando all’Auditel. Il tema delicato, scivoloso, perfino ormai superato, dei “falsi invalidi” è stato affidato alla sagace conduzione di Massimo Giletti. Che ha fatto la scoperta del secolo: una persona con retinite pigmentosa non è un cieco totale. Anzi, fa cose inaudite, quasi normali. Dunque, è sicuramente un “falso invalido”, protetto perfino da una legge fatta apposta per truffare lo Stato e dare una succulenta pensione di invalidità a persone che non ne hanno alcun diritto.
Insomma, un tema sul quale sono state spese ore e ore di parole a vuoto fino a costringere perfino l’Inps a ridimensionare il fenomeno, a circoscriverlo a una percentuale fisiologica di irregolarità antiche, magari accentuata in alcune zone del Paese, ma sicuramente sotto controllo, si è trasformato, di domenica pomeriggio, in una caccia allo scoop sensazionale, utilizzando il peggio della televisione, compreso il tentativo di non far parlare in modo chiaro gli esperti chiamati in studio.
Se ne è accorta l’associazione che tutela in Italia le persone colpite da retinite pigmentosa: «È a nostro avviso un fatto gravissimo l’accanimento con cui si è discusso questo caso», ha scritto alla Rai Assia Andrao, la presidente, «evidenziando, nonostante quanto detto dal conduttore, la totale assenza di conoscenza della patologia e della normativa esistente. La discussione ha avuto il solo risultato di screditare persone con certificata disabilità visiva, e non di denuncia di veri falsi invalidi». Dico: provate voi a vivere con un progressivo restringimento del campo visivo, fino a perdere la vista. Ma cerco di essere razionale, e chiedo alla Rai di smetterla e di ricordarsi di essere un “servizio pubblico” all’interno del quale, fortunatamente, lavorano anche bravi giornalisti. Fateli lavorare, e affidate a loro i temi dei quali non sapete nulla.
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