Con la solita furbizia e senso del tempo, Matteo Salvini, che ha capito presto che in Emilia Romagna, malgrado i sondaggi sempre favorevoli, aveva perso, ieri sera intorno a mezzanotte e subito dopo la primissima proiezione, ha pensato bene di occupare le reti tv e le dirette sui risultati elettorali con un “pippone” di mezz’ora sul: “come sono stato bravo”, “Grazie a me tanti al voto”, “Ho fatto la storia perché finalmente in Emilia Romagna c’è stata partita”, “Grazie a Lucia e grazie a tutti e buonanotte a tutti gli italiani”.
Naturalmente i pavidi conduttori ce lo hanno propinato per intero anche se non aveva nessun senso politico sentirlo, se non quello di non parlare della sua grande sconfitta. Già perchè Salvini non aveva chiarissime le dimensioni della sconfitta anche se con buon fiuto le aveva subodorate.
È il metodo Salvini: occupare lo spazio della comunicazione, occupare con il corpo e le sue trovate triviali tutto il campo, contando sulla becera condiscendenza dei giornalisti e conduttori. Già, perché neppure la Madonna di Medjugorje evocata in modo così strumentale da essere blasfemo in mattinata sui social della Bestia, ha fatto il miracolo (qui il tweet). La sconfitta di quello che Salvini aveva espressamente detto essere un “Referendum” su di sé è andato non male, ma malissimo, otto punti di distacco e neppure la soddisfazione di essere il primo partito.
In Emilia Romagna la Lega aveva preso alle europee il 33,8% conquistando il podio di primo partito, mentre questa volta si è fermata al 32%, pari a circa 70mila voti in meno rispetto ai 760mila voti di allora. E si piazza al secondo posto dietro al Pd primo partito con il 34,7%. Anche in Calabria i voti di Salvini si sono praticamente dimezzati rispetto alle ultime europee, quando aveva preso il 22,61%. Oggi si ferma invece al 12,3%, ossia circa 95mila voti, e arriva solo al terzo posto dopo il Pd – che paradossalmente è primo con il 15,2% – e Forza Italia in seconda posizione con il 12,4%.
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