Non profit
Che boomerang!
Tremonti si rimangia il 5 per mille. Proviamo a capirne le conseguenze
Sottrarre decine di milioni alle organizzazioni che aiutano le popolazioni colpite dal sisma è un errore che potrebbe avere gravi ripercussioni, anche politiche. Ecco perché. E perché la strada più ragionevole è un’altra…
«Io ti ho creato, io ti distruggo»: ricorda la famosa frase del dottor Frankenstein la decisione del ministro Tremonti di devolvere il 5 per mille ai terremotati. Nato come misura di sussidiarietà fiscale, per permettere ai cittadini di premiare le associazioni più meritevoli, il 5 per mille dovrebbe adesso subire una radicale trasformazione ad opera del suo stesso ideatore: diventare cioè un serbatoio di fondi per lo Stato sull’emergenza e la ricostruzione.
Contro la proposta si è levato un coro di no, e non solo dal non profit (il portavoce del Forum del terzo settore, Andrea Olivero e il presidente del CSVnet, Marco Granelli) ma anche dal Pd, dall’Udc, dai radicali, mentre un sondaggio di Sky Tg24, ponendo la domanda in modo decisamente populistico («pensi di destinare il 5 per mille agli sfollati dell’Abruzzo?») mostrerebbe che l’84% degli italiani sarebbe favorevole all’idea. Non c’è da stupirsi: chi potrebbe rispondere no a una domanda del genere? Tuttavia, andando più in profondità, emergono ulteriori elementi. Dal punto di vista economico, il 5 per mille di quest’anno potrebbe raccogliere al massimo 380 milioni, il tetto di spesa che gli è stato assegnato in Finanziaria. Anche se è impossibile stabilire la quota che gli italiani potrebbero destinare all’Abruzzo, alcune stime parlano di un 40-50% delle scelte, per un totale di 150-180 milioni. Una bella cifra, che però non servirebbe per l’emergenza. Quello che Tremonti non dice, infatti, è che i beneficiari stanno ancora aspettando le quote del 5 per mille 2007, maturate due anni fa. E secondo quanto annunciato dal governo stesso (per bocca dei sottosegretari Roccella e Molgora), i contributi arriveranno se va bene dopo l’estate, cioè due anni e mezzo dopo le dichiarazioni dei redditi a cui si riferiscono.
Una strada, questa dell’8 per mille, che potrebbe però incontrare le resistenze della Chiesa Cattolica, destinataria di una buona parte dell’8 per mille, e che per parte sua ha già annunciato che devolverà 5 milioni della propria quota agli aiuti post sisma. Lo Stato invece negli ultimi cinque anni anni ha buttato via i fondi dell’8 per mille utilizzandoli per scopi diversi da quelli di legge (vedi box), venendo così meno a una propria precisa responsabilità.
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