Cultura

Che bello il viaggio di Picca nel Sacro cuore!

Recensione del libro "Sacro cuore" di Aurelio Picca (di Antonino Piazza).

di Redazione

Non c?è bisogno di scomodare Freud, tirando in ballo Edipi e Giocaste più o meno mitologici o borghesi. E poi che colpa ne aveva Edipo? Questo ci viene da dire leggendo il romanzo di Aurelio Picca, Sacro cuore (Rizzoli, 14 Euro). Un libro che ha i colori della vita: “Tutt?e due eravamo concordi sull?azzurro. Sul colore che vince. Allora mi chiedo: è stato forse l?azzurro stesso a chiamarci? Se noi l?abbiamo così tanto e istintivamente cercato, è stato lui che ha preteso questo viaggio in Liguria? Devo dire che Edda è devota della Madonna delle Grazie. La Madonna che indossa un manto celeste e che è protetta da un cielo celeste. Edda, da tanti anni, nel sabato della prima settimana di maggio, si veste di nero, si scalza, e con un cero acceso va in processione per Maria. Sono tante le donne che vanno in processione. E io, tanti anni fa, mi innamorai proprio quel giorno, e ricordo che per tutto il tempo nel quale Maria girava da giostra oleosa, spinta da formiche che cantavano per le vie della città, aggrovigliati quanto una massa di serpenti, contemplai gli occhi di un amore, per non dimenticarli. Racconto questo episodio per confessare che sulla magia del velo celeste, io e mia madre eravamo d?accordo”. Un viaggio nella realtà di testoriana memoria. E che si vive col cuore, non con la testa. Cedendo all?imponente e misteriosa voce della vita, al fascino della velata incandescenza che tesse l?oscura trama. Avendo come vizio la generosità.

Antonino Piazza


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