Non profit
CHARITY. Oxfam chiude gli aiuti per l’emergenza tsunami
Lo ha annunciato l'organizzazione internazionale: «Abbiamo fatto molto per 2,5 milioni di persone»
Alla fine di dicembre Oxfam chiuderà le operazioni di aiuto umanitario nei confronti delle vittime dello tsunami che colpì l’Oceano Indiano nel 2004. Lo ha annunciato la stessa organizzazione internazionale e la notizia è ripresa oggi dalla Bbc. Oxfam ha raccolto un totale di 229 milioni di dollari negli ultimi quattro anni per le vittime dello tsunami, che provocò 230mila morti in diversi paesi e centinaia di migliaia tra feriti e sfollati. Annunciando la decisione odierna, un portavoce di Oxfam ha spiegato che la charity aveva programmato di poter impiegare responsabilmente i fondi raccolti in quattro anni. «Anche se questa linea di finanziamento si è esaurita», hanno spiegato da Oxfam, «se in futuro si presenteranno nuove necessitò riapriremo la raccolta fondi».
I fondi donati dai sostenitori in tutto il mondo hanno permesso a Oxfam di assistere 2,5 milioni di persone in sette paesi colpiti dallo tsunami, compresi lo Sri Lanka e l’India, fornendo attrezzature sanitarie e acqua potabile nell’imminenza del disastro e in seguito occupandosi di ricostruzione di case e scuole. Barbara Stocking, a capo dell’International Tsunami Fund Board di Oxfam, ha definito «straordinaria» la risposta dei donatori all’emergenza tsunami, aggiungendo che «il denaro raccolto ci ha permesso non solo di affrontare i bisogni immediati, ma anche di ridurre i fattori che hanno reso quelle popolazioni così vulnerabili, cioè la povertà e lo scarso potere decisionale». Nonostante la portata del disastro, ha detto la Stocking, «Oxfam è riuscita a fare molto». «Abbiamo favorito l’accesso al mercato delle persone colpite dallo tsunami», ha concluso, «aiutandoli ad avere maggiore consapevolezza di quanto è necessario fare per evitare in futuro altre emergenze del genere».
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