Cultura

chariTour (viaggio tra le charity di Milano)

di Luigi Maruzzi

Fino al 30 aprile le fotografie di Eliana Gagliardoni rimarranno esposte al pubblico nei locali della Fondazione Fratelli di San Francesco a Milano (VIA DELLA MOSCOVA 11).

Sta sistemando il piccolo manifesto in vetrina. Il barista di Moscova 7 è così gentile da passargli anche lo scotch (non quello da bere). La prima domanda mi esce d’istinto: “Ma vale la pena?”. È quasi una provocazione, ma Fedele (*) incassa e mantiene il controllo. Non solo mi conferma la bontà dell'iniziativa ma si offre come guida per una visita immediata. A quel punto non posso tirarmi indietro e lo seguo nel breve itinerario che va dall'ingresso di via Moscova al secondo piano del piccolo regno dei Fratelli di San Francesco. Entrati nella sala dove è stata allestita la mostra, Fedele mi spiega che la fotografa ha impiegato un anno e mezzo prima di poter terminare il suo racconto per immagini sulle attività di accoglienza svolte da 14 organizzazioni non profit che operano a Milano e provincia. Un viaggio che potrebbe somigliare molto a quello che da anni sono tentato di emulare per conoscere meglio le realtà finanziate dalla mia Fondazione. In questo senso, le 90 fotografie vanno a formare un reportage così generoso da sostituirsi all’esperienza reale per chi non avesse l'occasione di recarsi personalmente presso i luoghi di somministrazione caritatevole: stanze, aule, ritrovi, laboratori, luoghi di culto, e ambienti di lavoro. Il vero protagonista della mostra, però, sono i volti dei volontari e degli ospiti, ripresi in tutte le loro condizioni di bisogno: accolti, accuditi, curati, istruiti, consolati e intrattenuti.

Mentre passavo da uno scatto all’altro, soltanto una mosca a farmi compagnia, mi chiedevo: “Cos'è questo? il tentativo di restituirci un’estetica della povertà che possa renderci più accettabile il dramma dell'uomo indigente che invade le nostre sicurezze di occidentali?”. Domanda che sembra non aver toccato i curatori della mostra. Perché la loro più grande preoccupazione è stata quella di far conoscere situazioni di vita difficile cercando di garantire anche al momento dell’esibizione fotografica la stessa dose di dignità che prescrive il manuale dell’accoglienza più umana. Io credo che il loro nobile proposito sia stato soddisfatto.

Come pure, sento forte l'impulso di ricordare che quelle fotografie rappresentano un ascensore che può trasportare il visitatore fino al piano –10 dell’emarginazione. Insomma, quelle esposte in Via della Moscova 11 sono immagini che ci fanno proiettare i segni che ritroviamo nei solchi di certi visi, sulle persone a noi più care. E così sembrerebbe automatico il riferimento cinematografico al film “Angel Heart” di Alan Parker (anche se in realtà la mostra ‘doppia’ il titolo della pellicola diretta da Luigi Zampa risalente al 1950). Solo che qui manca qualsiasi pretesa di accostamento al canone di vita maledetta interpretata da Mickey Rourke. E, soprattutto, niente a che vedere con la suggestione o con le sovrastrutture della coscienza. Sappiamo perfettamente distinguere tra comportamenti responsabili e indifferenza. A ognuno di noi spetta il dovere di compiere fino in fondo la propria scelta.

Mostra fotografica “Cuori senza frontiere. Io sono l’Altro” di Eliana Gagliardone. Aperta dall’8 aprile al 30 aprile. Lunedì-venerdì dalle 8.30 alle 12.30 (mattino); dalle 14.00 alle 18.00 (pomeriggio). Sabato dalle 8.30 alle 12.30.

(*) Un piccolo ringraziamento da parte mia a Fashion&Passion (Senago – MI)

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.