Economia
Cgm Finance, da 20 anni strumento di accesso finanziario
Alla XIII Convention del Consorzio Gino Mattarelli l'intervento di Francesco Abbà a commento dei risultati ottenuti nei primi 20 anni della struttura che guida dal settembre 2014. «Finanza e supporto agli investimenti saranno sempre più vitali per lo sviluppo dell’impresa sociale in Italia»
di Redazione
Consolidare la propria operatività. Questo l’obiettivo di Cgm Finance nelle parole del suo presidente Francesco Abbà intervenuto alla XIII Convention Cgm in corso a Milano commentando i risultati dei primi 20 anni della struttura che lui guida da settembre 2014. Un consolidamento che Cgm Finance vuole raggiungere «rafforzandosi patrimonialmente, incrementando le soluzioni per i soci in collaborazione con gli altri attori impegnati a favorire credito e investimenti in equity e venture capital».
Cgm Finance in questi primi 20 anni di attività ha operato come braccio operativo del Gruppo Cooperativo seguendo tre specifici filoni: finanziamenti e raccolta in forma diretta esclusivamente nei confronti dei soci; convenzionamento, brokeraggio e consulenza ai propri soci nelle relazioni con i soggetti di finanza specialistica per il terzo settore (istituti di credito); e infine, consulenza e formazione su strumenti operativi a supporto strategico alle operazioni di investimento.
I soci di Cgm Finance sono a oggi circa 400 e la raccolta (depositi da soci) ammonta a 17,3 milioni di euro. Nel corso del 2017 si è registrata una crescita degli impieghi (16 milioni) e una stabilità nei depositi.
Nel 2017 le nuove delibere e le conseguenti erogazioni sono state pari a 9,8 milioni, i nuovi finanziamenti hanno riguardato 53 tra cooperative e consorzi, mentre i finanziamenti intermediati con banche partners per conto dei soci sono stati circa 8 milioni di euro. Molto basso il dato relativo a sofferenze e incagli: sotto 1%.
«La riforma del Terzo settore e il calo delle risorse pubbliche sono una grande sfida e un’ottima opportunità per il cambio di passo che diventa ormai inderogabile», evidenzia Abbà. «Il futuro dell’impresa sociale deve essere vocato verso una co-produzione di servizi e beni in partnership con portatori di interesse; il tema della finanza e il supporto agli investimenti possono essere indubbiamente una leva strategica. Occorre ripensare il sistema di far rete passando dalla rete dei consorzi territoriali come interconnessione di riferimento a nuovi modi di far gruppo generando alleanze con creazioni di soggetti imprenditoriali nuovi che supportino strategie di sviluppo, commerciali e tecnologiche».
In apertura photo by Johnson Wang on Unsplash
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