Formazione
Cgil. Cofferati lascia l’8 luglio
Da leader del maggior sindacato italiano tornerà al suo ufficio alla Pirelli. A sinistra ora tutti aspettano che "il Cinese" entri in politica
Da lunedì 8 luglio Sergio Cofferati non sarà più a Corso d?Italia 25. Chi dovesse cercarlo lo troverà nell??ufficio da impiegato? che la Pirelli gli assegnerà e, negli orari di non lavoro, alla Fondazione Di Vittorio, a Roma, in via Gaetano Donizetti.
Dopo otto anni alla guida della Cgil, l?uomo che ha portato la più grande organizzazione sindacale italiana al massimo della visibilità, ma anche al massimo dello scontro con l?esecutivo e ora anche con Cisl e Uil, torna al suo vecchio lavoro. Ha cominciato, nel giugno del 1994, sfidando cinque mesi dopo, il 13 novembre, il primo governo Berlusconi sulle pensioni. Allora vinse la sfida. Esce, nel 2002, mentre la battaglia al secondo governo Berlusconi, sui licenziamenti, è ancora tutta da combattere. Le procedure per il cambio di mano verranno formalmente avviate martedì e mercoledì prossimi, durante la riunione del Direttivo. Cofferati proporrà i nuovi ingressi in segreteria (i candidati, praticamente sicuri, sono Achille Passoni, l?uomo che ha coordinato la mega-manifestazione del 23 marzo e Titti Di Salvo, segretaria della Cgil Piemonte) e il nuovo segretario (senza soprese: il suo vice Gugliemo Epifani). Poi i i «saggi» consulteranno i 154 dirigenti dell’organizzazione e sarà il Comitato direttivo dell?8 e 9 luglio a concludere l?iter. Lunedì stesso si procederà all?elezione e, nei giorni successivi, il segretario generale uscente scriverà una lettera alla Pirelli per confermare che, in base alla legge 300 (lo stracitato, di questi tempi, Statuto dei Lavoratori), l?ex impiegato in aspettativa non pagata da 26 anni, torna a lavorare. ?Non mi ritiro a vita privata?, dice a chi gli chiede se davvero dal?8 luglio sarà soltanto un lavoratore della Pirelli, in aspettativa da 26 anni, in ferie fino al 30 settembre. Ma chi vuol sapere se farà politica, se sarà l?ala sinistra della coalizione di centrosinistra, se avrà un posto di primo piano nei Ds o se darà sfogo al suo amore per la musica classica… dovrà aspettare. Perché adesso, come va ripetendo, non creduto, torna a fare un lavoro ?normale?. Dalla Fondazione Di Vittorio tesserà la sua tela per costruire quel suo non ritirarsi ?a vita privata? che per qualcuno è una speranza e per altri una minaccia. Persino nel centrosinistra che si divide anche di fronte alla sua ultima battaglia da segretario Cgil: quella in difesa dell?intoccabilità dell?articolo 18. Da luglio a fine settembre, a parte un mese di vacanza, il primo dopo anni, Cofferati definirà gli assetti della Fondazione della quale è presidente. Con lui, ora, oltre al direttore generale, il professor Pepe che è alla Di Vittorio fin dalla sua fondazione nel 1986, ci sono Epifani, Patta, Fedeli, Amoretti, Rinaldini, Armuzzi e Camusso. Arriveranno economisti (Messori, ma anche Onofri, si dice) e rappresentanti dei movimenti e della cultura. Al quarto piano della sede nazionale, nella camera con vista su Villa Borghese, siederà quello che fino a oggi è stato il suo numero due: Guglielmo Epifani. Cofferati ha lasciato il lavoro nel 1976, è arrivato a Roma nel 1978. 12 anni nei chimici e poi, da 12 anni, leader del palazzo di Corso D?Italia.
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